Ogni turista che fa visita a Torino non può esimersi dall'assaggiare il Bicerin, la tipica bevanda analcolica offerta negli antichi bar del centro città. Il suo nome, Bicerin, in piemontese significa letteralmente "bicchierino", ad indicare il piccolo calice nel quale, solitamente, esso viene servito.
Una storia dalle origini antichissime
La sua storia ha origini antichissime, risalenti addirittura al 1763, quando venne inventato nello storico locale torinese Caffè al Bicerin. Sono numerose le figure illustri che, nel corso dei secoli, si sono lasciate ammaliare da questa bevanda fatta di caffè, cioccolato e fior di latte: da Camillo Benso conte di Cavour ad Ernest Hamingway, da Alexandre Dumas a Pablo Picasso. Addirittura Umberto Eco lo cita nel suo testo "Il cimitero di Praga".
Evoluzione della Bavareisa
Sviluppatosi come evoluzione della Bavareisa (una bevanda settecentesca composta da caffè, cioccolato e crema di latte dolcificata, servita in grandi bicchieri tondeggianti), inizialmente il Bicerin veniva servito scorporato nei tre ingredienti, comuni alla Bavareisa, di cui esso si compone. Inoltre, esso esisteva in tre varianti: "pur e fior", l'odierno cappuccino, "pur e barba", caffè e cioccolato, e "un poch ed tut" (un pò di tutto), commistione di tutti e tre gli ingredienti. Quest'ultima, la versione che ebbe più successo, è quella gustata ancora oggi.
Prodotto della tradizione piemontese
Tra i primi testi che riguardano il Bicerin, il primo risale al 1898, la prima versione del testo di Alberto Virgilio "Torino e i torinesi". Dal 2001 il Bicerin è annoverato tra i Prodotti Agroalimentari tradizionali del Piemonte, ed è una prelibatezza assolutamente da provare.