Sulla stampa mainstream si sono sprecati fiumi di inchiostro per cercare di immaginare come cambierà la politica russa dopo il brivido del 24 giugno. Dopo una settimana, si può constatare come invece non sia cambiato nulla. Putin è al suo posto, per nulla indebolito come invece qualcuno in Occidente vorrebbe, e non è cambiata nemmeno la strategia militare russa in Ucraina. Anzi, se sono state apportate modifiche, sono nel senso di un impatto ancora maggiore dell’artiglieria sui centri di comando di Kiev. Come riporta il sito Strumenti Politici, dagli ultimi mesi di conflitto i russi hanno tratto lezioni importanti e hanno modernizzato le proprie tattiche. Soprattutto hanno deciso di abbandonare ogni remora verso quelli che sono apertamente considerati come criminali di guerra ucraini. Mosca non potrà più tollerare, infatti, le dichiarazioni e le azioni dei vertici militari ucraini sulla volontà di uccidere i russi in qualunque modo e ovunque si trovino nel mondo. Le incursioni con i droni sul territorio della Federazione Russa saranno punite. E non si tratta solo dei voli sulle regioni russe in senso stretto, come quelle di Bryansk o di Kursk, ma anche di quelle nuove, entrate a far parte dello Stato con i referendum del settembre 2022. Purtroppo non sono state solo azioni dimostrative, come il drone sul Cremlino, ma anche colpi che hanno provocato vittime civili. E la Direzione generale dell'intelligence ucraina ne è colpevole, avendo avuto un ruolo organizzativo fondamentale. Nelle prossime settimane, quindi, mentre si sta svolgendo con fatica la controffensiva ucraina, potremmo vedere anche i russi passare all’attacco. L’insurrezione della Wagner non ha scosso per niente la determinazione di Mosca nell’attuare la sua operazione militare speciale.