Economia e lavoro - 14 luglio 2023, 07:00

Donare il sangue fa bene anche a se stessi: l’83% dei donatori italiani prova orgoglio e felicità

Fare volontariato o beneficenza fa bene alla salute. Secondo Serenis e Fondazione Telethon, compiere un atto di altruismo giova non solo al prossimo ma anche a se stessi.

Donare il sangue fa bene anche a se stessi: l’83% dei donatori italiani prova orgoglio e felicità

Fare volontariato o beneficenza fa bene alla salute. Secondo Serenis e Fondazione Telethon, compiere un atto di altruismo giova non solo al prossimo ma anche a se stessi. È stato osservato, infatti, come dedicare del tempo a far stare meglio gli altri aumenti il livello di felicità, attivi il sistema di ricompensa e riduca lo stress quotidiano.

Uno dei gesti più nobili per aiutare le altre persone è senza dubbio donare il sangue. In Italia, ogni anno, i donatori salvano circa 630 mila persone, tra pazienti cronici affetti da patologie del sangue e casi da codice rosso.

Ma cosa spinge o frena una persona durante la scelta di donare o meno il proprio sangue? Con l’obiettivo di indagare sugli impatti psicologici e le emozioni associate a tale gesto, Serenis, la piattaforma di benessere mentale, ha effettuato un sondaggio su un campione di oltre 230 persone.

L’analisi di Serenis

I risultati emersi dall’indagine evidenziano come il 59% degli intervistati ha donato il sangue, di cui il 22,9% per controllarsi gratis regolarmente e l’8,5% perché membro di un’associazione. Al contrario, il 40,8% non l’ha mai fatto e le ragioni vanno dalla paura dell’ago o del momento della donazione (14,4%) alla mancanza di abbastanza informazioni al riguardo (5,1%).

Inoltre, il 14,9% degli intervistati dichiara di aver smesso a causa dei parametri stringenti richiesti oppure per il malessere suscitato dalla donazione.

Infine, la survey mostra come solo nel 17% dei casi ci sia una prevalenza di emozioni negative come ansia, timore, agitazione, paura e dolore. Gli altri intervistati, invece, vengono spinti principalmente da altruismo, benessere, felicità, generosità, gratitudine, orgoglio e soddisfazione.

“Il nostro lato sociale, quello che ci spinge a stare insieme e ad aiutarci, è fondamentale per farci sopravvivere. Ma perché aiutiamo gli altri? Per incentivare lo spirito di solidarietà, la compassione o per compiere un atto di fede: in molte religioni, infatti, aiutare il prossimo viene considerato un principio centrale – dichiara Martina Migliore, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale di Serenis ed esperta di Superhero Therapy - Ma possiamo anche farlo per occupare il tempo, incontrare nuove persone, ridurre il senso di colpa o ricevere gratificazioni. Insomma, per premesse più “egoistiche”. Questo ovviamente non toglie il valore del gesto, né rende la persona meno “altruista”, anzi, sapere che fare del bene può giovare anche a noi stessi può essere un motivo ulteriore per impegnarsi nel volontariato o nella beneficenza”.

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