La Conferenza Episcopale Italiana ha designato cinque vescovi al prossimo Sinodo sulla sinodalità che si terrà in Vaticano a partire dal prossimo ottobre. Le scelte rappresentano in buona sostanza le diverse sensibilità della Chiesa Italiana.

Due dei cinque vescovi sono al loro primo Sinodo: Monsignor Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa e Monsignor Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli.

Monsignor Repole, 56 anni, è stato nominato dal Papa Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa il 19 febbraio 2022: alla sua prima esperienza come pastore Francesco lo ha inviato alla guida di una Arcidiocesi metropolitana, segno della grande fiducia riposta nel presule. Repole è un teologo che si è formato tra Torino e la Pontificia Università Gregoriana. Ha curato la collana “La teologia di Papa Francesco”, ricordata soprattutto per il caso della lettera di Benedetto XVI pubblicata con alcuni omissis e solo successivamente resa pubblica nella versione integrale.

Monsignor Battaglia – o come si fa chiamare a Napoli semplicemente Don Mimmo – incarna alla perfezione il prototipo di vescovo che Papa Francesco apprezza: particolarmente attento a poveri, persone che vivono nel disagio e nella emarginazione. Prima di essere nominato Arcivescovo di Napoli, ha guidato la diocesi di Cerreto Sannità-Telese-Sant’Agata de Goti. Calabrese, 60 anni, prima di diventare vescovo si è occupato in modo particolare della cura delle persone tossicodipendenti.

Sono già stati membri di precedenti Sinodi invece gli altri tre vescovi designati dalla CEI: Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, ha 74 anni ed è stato nominato vescovo ausiliare di Milano da Benedetto XVI nel 2007. Teologo specializzatosi presso la Pontificia Università Gregoriana, dal 2006 al 2012 è stato preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Vicepresidente della CEI dal 2015 al 2021, da allora è Presidente della Commissione per la Dottrina della Fede della Conferenza Episcopale Italiana.