Presso l'Ospedale Sant'Anna di Torino nasce una stanza per offrire supporto concreto e vicinanza alle donne in gravidanza, “contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre alla interruzione della gravidanza”.
È stata infatti sottoscritta alla presenza dell'Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, del Direttore generale dell'AOU Città della Salute Giovanni La Valle, del Direttore Sanitario dell'Ospedale Sant'Anna Umberto Fiandra e del presidente regionale della Federazione del Movimento per la Vita (FederviPA) Claudio Larocca un'apposita Convenzione tra l'"AOU Città della Salute e della Scienza di Torino" e la "Federazione regionale del Movimento per la Vita (FederviPA)/Centro di Aiuto alla Vita di Rivoli".
La finalità è di “fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell’ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà e che potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell’interruzione di gravidanza o che addirittura si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti".
L'ospedale Sant'Anna è il presidio sanitario primo in Italia per numero di parti con 6.590 nuovi nati nel 2022 e anche l'ospedale piemontese in cui si effettua il maggior numero di interruzioni di gravidanza, con circa 2.500 casi nel 2021 (il 90% delle ivg effettuate nella città di Torino e circa il 50% di quelle a livello regionale).
"Ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo di fronte a una drammatica sconfitta delle istituzioni - dichiara l'assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone - . Per questa ragione aprire nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte uno spazio dove donne e coppie in difficoltà possano trovare aiuto nei progetti a sostegno della vita nascente è una conquista sociale per tutta la comunità, soprattutto in questa stagione di preoccupante inverno demografico.
La convenzione con l’AOU Città della Salute completa il ciclo di iniziative lanciate dal 2020 con lo stop alla RU486 nei consultori raccomandata dalle linee guida Speranza, con la registrazione dei Centri di Aiuto alla Vita presso le Asl e l’avvio del fondo regionale Vita nascente, consacrando il Piemonte come avanguardia della tutela sociale della maternità, che diverse altre regioni italiane stanno prendendo a modello".
"Credo che questo sia un passaggio storico molto importante, non solo per il Movimento per la Vita, ma per l’autentica tutela della donna, della maternità e della vita nascente - dichiara il presidente regionale della Federazione del Movimento per la Vita (FederviPA) Claudio Larocca -. In qualche modo è un successo per ogni cittadino piemontese e mi auguro diventi un buon esempio per altre realtà in Italia, anche alla luce della grave emergenza demografica. I nostri volontari saranno opportunamente formati e, forti della lunga esperienza maturata dai nostri Centri, opereranno con empatia, rispetto e discrezione, accanto alle donne che sono troppo spesso vittime della solitudine, del disagio sociale e della precarietà economica. Ci impegneremo perché ogni donna, se lo richiederà, possa valutare alternative che non la facciano sentire costretta a ricorrere all’aborto, permettendole di non essere sola e di avere così la forza e i mezzi per accogliere il proprio figlio".
L'attività verrà svolta da volontari scelti tra quelli con maggiore esperienza nell’accompagnamento in gravidanze difficili ed appositamente formati per questo nuovo ruolo, eventualmente anche con il supporto e il coordinamento del personale sanitario a ciò disponibile. Nel concreto i volontari opereranno su appuntamento all’interno dell’Ospedale Sant’Anna, in una stanza dedicata all’accoglienza e all’ascolto. Le utenti potranno essere indirizzate al servizio direttamente dal personale sanitario della struttura o potranno contattare direttamente i volontari attraverso il numero verde e la chat Sos Vita.
Individuate le criticità nel colloquio, si potranno fornire ascolto, vicinanza e aiuti concreti, materiali ed economici, potendo anche contare sulla rete dei Centri dislocati in tutto il Piemonte, sul fondo “Vita Nascente” della Regione Piemonte (che consente il rimborso di spese legate alla gravidanza e ai primi anni di vita del bambino) e su progetti economici messi a disposizione dal Movimento per la Vita, come il “Progetto Gemma”.
"Dalla Giunta Cirio arriva l’ennesimo attacco a un diritto: quello delle donne di scegliere in piena libertà. L’apertura della stanza d’ascolto contro l’aborto all’ospedale sant’anna di Torino è inaccettabile. La destra usa la sanità pubblica, dopo averla abbandonata, per la propria propaganda", commenta la vicepresidente del Partito Democratico, Chiara Gribaudo. "La presentazione in pompa magna con l’Assessore Marrone è uno schiaffo alla libertà delle donne". "E' l'ennesima umiliazione nei confronti delle donne e della loro libertà di scelta e di autodeterminazione. Non si tratta di uno sportello di accoglienza, che altrimenti sarebbe gestito dall’ospedale o dall’Asl, ma di un affidamento diretto al Movimento per la Vita, dunque una forma di violenza psicologica istituzionalizzata", ribadisce Nadia Conticelli. "I luoghi per l’accoglienza delle donne, la tutela della loro salute riproduttiva, della genitorialità consapevole, sono già presenti all’interno del Servizio sanitario nazionale: sono i Consultori, ad accesso libero e diretto. L’assessore Regionale ha il dovere di garantire le risorse necessarie, invece di umiliare il servizio pubblico per valorizzare associazioni ideologiche per finalità elettorali". "In un periodo di crisi della sanità pubblica, la principale Azienda sanitaria ospedaliera della nostra città si mette al servizio di una battaglia ideologica di sapore oscurantista, facendosi strumento dell'estrema destra politica e della sua legge 'vita nascente'", commenta invece Jacopo Rosatelli di Sinistra Ecologista. "Sono solo le avvisaglie di quello che potrebbe accadere se Marrone diventerà assessore alla sanità della Regione".
"Marrone non provi a far passare le sue marchette alle associazioni antiabortiste come sostegno alle donne", rincara Sarah Disabato, Capogruppo regionale M5S Piemonte. "I suoi progetti oscurantisti non hanno nulla a che vedere col sostegno economico alle famiglie, a maggior ragione se i suoi finti segnali di attenzione arrivano a pochi giorni dalla cancellazione del reddito di cittadinanza. In tutto ciò Cirio tace, imbarazzato. E non è la prima volta. Cosa ne pensa dello sport preferito della sua Giunta? Quello di minare costantemente la 194 e l’autodeterminazione delle donne? Intanto dalla Regione in questi anni non ci sono state iniziative apprezzabili per aumentare gli asili nido, di contrasto alla povertà o anche solo per sostenere le famiglie nell'ottica di conciliare al meglio casa e lavoro".
"Siamo all'assurdo, come se allestissimo stanzette per i no vax in ogni centro vaccinale", la stoccata di Marco Grimaldi (SI). "E non si usi la parola 'ascolto' per antiabortisti, spesso fanatici, che non hanno mai ascoltato in vita loro la voce libera e consapevole di una donna che compie le sue scelte. Avete mai visto i loro manifesti? Sanno solo manipolare, terrorizzare e diffondere menzogne gravi. Il fatto che un presidio, non solo per la salute delle donne ma anche per la loro autodeterminazione, come il Sant'Anna sia colonizzato da queste figure è un’oscenità".
Infine il sindacato, che chiede la revoca della convenzione con la Federazione regionale del Movimento per la vita. Per Anna Poggio, segreteria Cgil Piemonte ed Elena Ferro, segreteria Cgil Torino, “Nella retorica del calo demografico e quindi dell’esigenza di far nascere più bambini, in un Paese dove le donne tutti i giorni vengono uccise per mano di un compagno o marito quando manifestano la propria libertà, riteniamo la decisione di una struttura che è sempre stata all’avanguardia, dal punto di vista sanitario, sbagliata, ideologica e contro il diritto. Le donne non hanno bisogno di ‘tutori’, ma semmai di ‘tutele’ dei propri diritti e delle proprie libertà, compresa quella di decidere se proseguire o meno la gravidanza. Lavorare sulla prevenzione, compresa la distribuzione degli anticoncezionali gratuiti, dovrebbe essere una delle azioni da mettere in campo, oltre ad una corretta educazione sessuale nelle scuole che insegni il rispetto per le donne e ciò che esprimono”.
"La stanza dell'ascolto aperta all'ospedale Sant'Anna di Torino rappresenta un' ennesima evidente forzatura da parte dell'assessore regionale Marrone. Da questo punto di vista verificheremo cosa prevede la convenzione sottoscritta per l'affidamemento al Movimento per la vita di uno spazio all'interno di un ospedale. La destra piemontese farebbe bene ad assicurare un alto livello dei servizi sanitari e in particolare, in questo ambito specifico, un sostegno vero e concreto alle donne per una maternità serena e consapevole, invece di continuare a trattare ideologicamente la questione della legge 194, spalleggiando e favorendo movimenti antiabortisti". Lo scrive su Facebook la vice presidente dem del Senato, Anna Rossomando.
Una stanza dell'ascolto gestita dalle Associazioni Pro vita all’interno dell’ospedale Sant’Anna è assolutamente inaccettabile, ma è soltanto l’ultima di una serie di iniziative che colpiscono la libertà di scelta delle donne messe in campo da questa Giunta. Le condizioni per sostenere le donne e la genitorialità non si creano tra le mura delle strutture sanitarie, ma nella società. E spetta alle istituzioni agire, attraverso politiche serie ed efficaci, che creino un contesto capace di garantire una reale libera scelta ad ognuna. Tutto il resto è becera propaganda sul corpo delle donne” ha invece detto Francesca Frediani, Consigliere regionale Unione Popolare.
“L’Assessore Marrone continua a mettere in atto un perverso disegno contro la libertà delle donne, riducendo una vicenda privata delicata, densa di sentimenti e motivazioni, a una pura scelta economica. Invece di potenziare la contraccezione, potenziare e rifinanziare i consultori, migliorare il welfare e l’accesso al lavoro, si preferisce monetizzare una scelta, espropriando la sanità pubblica del suo ruolo e delegandolo a privati di parte, che vengono legittimati in un ruolo di consulenti del tutto abusivo, stanze non “dell’ascolto “ ma della “colpevolezza”, dello “stigma”. Lo dichiara la Presidente di LUV in Consiglio regionale Silvana Accossato.