L'episodio che fu il preludio della nascita del museo Egizio di Torino risale addirittura al 1628: l'acquisto, cioè, da parte del duca di Savoia Carlo Emanuele I, della celebre Mensa Isiaca, una lastra in bronzo decorata da geroglifici e dalla raffigurazione di Iside, dea della magia, della fertilità e della maternità. Tale acquisto manifestò chiaramente l'interesse della Casa Savoia verso popoli celebri tra cui, appunto, quello Egizio.
Esattamente due secoli dopo, nel 1828, il Re Carlo Felice acquistò, per 400.000 lire, una vastissima collezione di statue, sarcofagi, mummie, papiri e monili di proprietà di Beniamino Drovetti, il piemontese console generale di Francia durante l'occupazione dell'Egitto, inaugurando così ufficialmente il museo Egizio di Torino, che venne aperto al pubblico nel 1832. Tali oggetti sono esposti in vetrine attorno a cui si può girare a 360°, potendo così godere di una visione tridimensionale.
La grandezza della collezione di reperti impressionò l'archeologo ed egittologo francese Jean-François Champollion talmente tanto da spingerlo a pronunciare una frase diventata ormai celebre: "La strada per Menfi e Tebe passa da Torino".
Sin dalla sua fondazione, il Museo Egizio ebbe sede presso il Collegio dei Nobili dove erano esposti, oltre ai resti della civiltà nilotica, anche reperti romani, preromani e preistorici ed inoltre era presente una sezione di Scienze Naturali, infatti il palazzo è tuttora condiviso con l'Accademia delle Scienze.
Tra il 1903 e il 1937, il Museo venne arricchito ulteriormente da nuovi reperti rinvenuti in Egitto da Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina.
Dopo la seconda guerra mondiale, poi, si mostrò necessario adottare una metodologia di acquisizione più precisa, anche per stare al passo coi progressi dell'Egittologia compiuti in quegli anni. Inoltre, essendo cresciuto il materiale da esporre, il Museo venne sottoposto, nel tempo, a diversi ampliamenti e ristrutturazioni. Attualmente, infatti, la struttura può contare circa 40.000 reperti, dislocati tra le sale museali e le Gallerie della Cultura Materiale.
A seguito dell'ultima ristrutturazione, sono state introdotte novità multimediali che permettono, tra le altre cose, di tradurre in tempo reale i geroglifici presenti. Attualmente, contando su efficienti sistemi di controllo di temperatura e umidità e di monitoraggio dei flussi di pubblico al fine di preservare i reperti, il Museo Egizio di Torino è uno dei più visitati in assoluto.