Uno scatto, una storia - 22 settembre 2023, 09:00

Uno scatto, una storia: Erwin Blumenfeld

“Nel mio studio, giorno e notte, cerco di bilanciare tra gli estremi dell’impossibile, di scuotere via il reale dal surreale, di dare corpo alle visione e di penetrare sconosciute trasparenze”

Erwin Blumenfeld

Photo credits: Erwin Blumenfeld - Solarised Portrait, New York, 1947

Nella Berlino del 1907 un ragazzino di dieci anni ricevette da suo zio Carl in regalo una macchina fotografica, non sapendo che il vero dono sarebbe stato il talento che lui stesso avrebbe dimostrato nei successivi anni di fronte alla macchina, arrivando a lavorare persino per riviste come Harper’s Bazaar, Life e Vogue.  

Quel bambino ad oggi è conosciuto con il nome di Erwin Blumenfeld ed è considerato uno dei maestri della fotografia del XX secolo, con un vasto contributo all’industria della moda e cui lavoro fotografico mostra l’influenza di movimenti culturali quali dadaismo e surrealismo.  

Nel 1913, a causa della malattia e successiva morte del padre, la famiglia non aveva più denaro per permettergli di studiare, così per sostenerla, Erwin iniziò a lavorare come apprendista presso un produttore di abbigliamento da donna, Moses e Schlochauer.  

Successivamente si stabilì nei Paesi Bassi, provando a mettersi in affari nel giro delle opere d'arte con Paul Citroen, ma con scarso successo. Decise quindi di entrare nel business dell'abbigliamento, entrando a far parte della Gerzon Brothers Fashion House.  

In seguito al matrimonio con Lena Citroen, iniziò la gestione di un negozio di pelletteria ad Amsterdam: la Fox Leather Company. È in questo periodo che iniziò a scattare fotografie. I suoi soggetti erano soprattutto i clienti del negozio, suoi familiari e gli amici. Sviluppò i suoi scatti in una camera oscura ricavata nel retrobottega del suo negozio.  

Nel 1935 la sua prima fotografia pubblicata su una rivista, la parigina Arts et Métiers Graphiques, fu quella in cui ritrasse Tara Twain di Hollywood. Non ricevendo più rifornimenti dalla Germania, il suo negozio, che navigava già in cattive acque, finì in bancarotta, per cui, per sua stessa definizione, non avendo più nulla da fare, diventò fotografo a tempo pieno, sconsigliato da tutti.  

Nel 1936, Erwin si trasferì a Parigi, incoraggiato da Genevieve Rouault, figlia del pittore Georges Rouault, che aveva fotografato ad Amsterdam, lavorando a tempo pieno come fotografo e due anni dopo pubblicò fotografie per l'edizione francese di Vogue.  

Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, Erwin viveva con la sua famiglia in Borgogna e nel 1940 fu catturato e portato in diversi campi di internamento come straniero indesiderato. Tuttavia, sia lui sia la sia famiglia riuscirono a scampare allo sterminio nazista e decisero di fuggire e negli Stati Uniti, dove si stabilirono a New York, e nella quale Erwin iniziò immediatamente a lavorare per Harper's Bazaar.  

Nel 1943 acquisì il suo studio personale al 222 Central Park South, e ben presto arrivò il successo, diventando uno dei fotografi di moda più noti e meglio pagati. Lavorò per Harper's Bazaar e numerose altre riviste, tra cui Look, Life, Vogue e Cosmopolitan, producendo oltre 100 copertine per riviste di moda e di fotografia negli anni successivi. 

Nel 1954 smise di collaborare per Vogue nell’anno successivo, evolvendosi verso la pubblicità, iniziò a lavorare per Helena Rubinstein, Elizabeth Arden, L'Oréal, la sala Oval della Dayton Company e molte altre.  

Nel 1960 Blumenfeld iniziò a scrivere la sua autobiografia in tedesco, Einbildungsroman, assistito in questo compito da Marina Schinz che iniziò a lavorare per lui nel 1964. Compose un libro fotografico intitolato Le mie cento migliori foto, 100 immagini in bianco e nero.  

Erwin Blumenfeld morì il 4 luglio 1969, lasciando un'eredità che continua a ispirare fotografi, artisti e appassionati di moda fino ad oggi. Il suo approccio innovativo alla fotografia di moda e la sua visione artistica rimangono influenti, e il suo corpo di lavoro rimangono una testimonianza del suo talento e dedizione al mestiere e all’arte della fotografia.  

Ulteriori scatti dell’artista li puoi trovare cliccando qui 

Giorgio Gatti

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