Economia e lavoro - 13 ottobre 2023, 07:00

Torino, i grandi numero 10 della storia granata

La maglia numero 10 del Torino è attualmente sulle spalle di Nemanja Radonjic

Torino, i grandi numero 10 della storia granata

La maglia numero 10 del Torino è attualmente sulle spalle di Nemanja Radonjic. Il bizzoso serbo è l'ultimo di una serie di giocatori che hanno avuto l'onere e l'onore di indossare quel numero. La particolarità del numero 10 granata è che, da quando è stata adottata la numerazione fissa in Italia (stagione 1995-96) e i giocatori possono mettere il proprio nome sulla maglia, nessuno ha indossato la numero 10 per più di tre stagioni.

La 10 granata riporta inevitabilmente al più grande giocatore che ha vestito quella maglia, Valentino Mazzola, ma in passato, altri talenti hanno fatto esultare i tifosi con le loro prodezze, pur indossando quella maglia per poco tempo.

Ricordiamo dunque, in ordine storico, i più grandi 10 che hanno vestito l'iconica maglia del Torino. Il contributo informativo è a cura del giornale sportivo Calciomagazine.net specializzato nelle partite del Torino in diretta e dei principali campionati italiani e grandi eventi.

Valentino Mazzola

Nel Museo del calcio di Coverciano, la maglia numero 10 granata di Mazzola è l'unica maglia di una squadra di club presente. Basterebbe questo a far capire cosa ha rappresentato Tulen (barattolo in dialetto) non solo per il Torino, ma anche per il calcio italiano. In granata, mise a segno 123 gol in 200 gare tra il 1942 r il 1949 e vinse 5 scudetti (uno postumo) e una Coppa Italia. Da molti considerato il più grande giocatore italiano della storia, Mazzola è da sempre il simbolo del Torino perché ne rappresenta al tempo stesso la classe, la forza, ma anche la crudeltà di un destino avverso che troppo presto, insieme a quasi tutti i suoi compagni, lo strappò alla vita quel maledetto 4 maggio 1949 a Superga.

Gigi Meroni

Accomunato a Mazzola per la fine prematura, Gigi Meroni si è discostato in tutto da Valentino. Estroso, strafottente, allegro, ha rappresentato per poco più di tre anni, lo spirito di rivalsa del popolo granata. La maglia numero 10 la indossò per un solo anno in «coabitazione» con Giambattista Moschino, ma, anche se il suo numero era il 7, non può non essere nominato. In granata mise a segno 25 reti in 122 partite semplicemente perché un'auto lo investì il 15 ottobre 1967, ponendo fine alla sua vita. Quell'auto, guidata da Attilio Romero (futuro presidente del Torino) si portò via uno dei più grandi talenti che il calcio italiano abbia mai avuto.

Claudio Sala

Claudio Sala ha vestito la maglia numero 10 nelle stagioni 1969-70 e 1973-74 sempre in «coabitazione» (con Moschino prima e Vernacchia poi). Tuttavia, il suo periodo granata è stato molto più lungo, avendo giocato per il Torino dal 1969 al 1980. Ambidestro e capace di giocare in diverse posizioni di campo è stato un giocatore iconico per la storia granata. Fu tra i protagonisti indiscussi dello scudetto della stagione 1975-76 (il primo dopo la tragedia di Superga) collezionò in granata 360 presenze totali che ne fanno tutt'oggi il quarto per numero di presenze nella storia del club.

Renato Zaccarelli

Renato Zaccarelli ha vestito la maglia numero 10 del Torino dalla stagione 1975/75 alla stagione 1977/78 e, per un periodo, anche nel 1980-81. Terzo per presenze all-time della storia granata (413), prodotto del vivaio, giocò nel Torino per 13 stagioni vincendo anche lui Coppa Italia e scudetto. Mezzala classica, dotata di un ottimo dribbling, è uno dei giocatori più importanti della storia del Torino.

Giuseppe Dossena

Giuseppe Dossena ha vestito la maglia numero 10 del Torino nelle stagioni 1985/86 e 1986/87, ma in granata è stato per sei stagioni. Regista classico, entrò giovanissimo nelle giovanili granata, ma non debuttò subito in prima squadra. Rientrò in granata nel 1981 e diventò in breve un punto fermo della squadra, tanto che fu convocato anche per i mondiali di Spagna82, dove, pur non scendendo mai in campo, si laureò campione del mondo. Chiuse in granata dopo 245 presenze e 30 gol a causa di frizioni con l'allora allenatore Radice.

Martin Vazquez

Rafa Martin Vazquez è il primo straniero di questa speciale classifica. Regista dai piedi educatissimi, a Madrid compose con Butragueno, Michel, Sanchis e Padeza, la famosa Quinta del Buitre, nome dato ad una generazione di calciatori spagnoli cresciuta nel settore giovanile della casa Blanca capace di conquistare tutto. Sbarcò al Torino dal Real Madrid per 2,6 miliardi nel 1990 . I granata gli assicurano un ingaggio da 8 miliardi per tre anni, cifre record per l'epoca. In granata giocò solo due stagioni, ma fece in tempo a vincere una Mitriopa Cup e a contribuire alla cavalcata che portò il Torino di Mondonico a giocarsi la Coppa Uefa contro l'Ajax. Chiuse con 52 presenze e 2 reti.

Enzo Scifo

Enzo Scifo arrivò al Torino nella stagione 1991-92 per 8.2 miliardi di euro nelle casse dell'Auxerre. In Italia aveva già giocato (lui che ha la famiglia originaria della provincia di Agrigento), ma all'Inter non era stato così impattante come ci si aspettava. In granata, invece, giocò due stagioni, contribuendo a portare il Torino alla finale di Coppa Uefa e alla vittoria di una coppa Italia. Giocatore di una classe cristallina, considerato da Platini «il mio unico e vero erede», Scifo in granata giocò 88 gare con 20 gol. Di lui si ricordano grandi giocate, ma anche prestazioni al di sotto delle sue capacità, al punto che il suo allenatore Mondonico lo bollò così: «Non è mai stato decisivo. Rende quando la squadra gioca bene, gioca malissimo quando accade il contrario. Tipico di uno con scarsa personalità». Al di là della mancanza di continuità, non si può negare che Scifo abbia illuminato il gioco granata per due stagioni.

Walter Casagrande

Walter Casagrande, centravanti brasiliano sbarcò nel Torino nella stagione 1991-92 per 5.2 miliardi di lire, prelevato dall'Ascoli. Come Vazquez e Scifo contribuì alla cavalcata della finale Uefa e, con Scifo, alzò al cielo la Coppa Italia nel 1993. Vestì la maglia numero 10 nella stagione 1992-93 (nella precedente indossò la 9) in «coabitazione» con Scifo. Di lui si ricordano gli enormi riccioli e la grande tecnica. Chiuse in granata con 69 reti e 19 reti totali. Negli occhi dei tifosi rimarranno però sempre la doppietta all'Ajax nella finale di andata della Coppa Uefa e quella nel derby del 5 aprile 1992, terminato 2-0 proprio per i granata.

Enzo Francescoli

Un altro Enzo, Francescoli, vestì la maglia numero 10 nella stagione 1993-94. L'uruguayano Arrivò al Torino dal Cagliari, dove aveva incantato. Trequartista o seconda punta, nonostante diversi acciacchi fisici, giocò 34 presenze con 5 reti.  In granata chiuse con un ottavo posto, una semifinale di Coppa Italia e i quarti di Coppa delle Coppe.

Abedì Pelè

Abedì Pelè centrocampista ghanese, sbarcò al Torino dal Lione nella stagione 1994-95. Durante la sua prima stagione, disputò 32 gare con 10 reti in serie A formando con Rizzitelli e Silenzi un tridente di tutto rispetto. La seconda stagione fu invece contrassegnata da diversi infortuni e dalla Coppa d'Africa (dove il suo Ghana arrivò in finale e fu sconfitto dalla Costa d'Avorio) e Abedì Pelè giocò appena 17 gare con 3 reti. I granata retrocessero così a distanza da 7 anni dall'ultima volta, proprio nel ventennale dell'ultimo scudetto vinto e il ghanese lasciò Torino.

Marco Ferrante

Marco Ferrante è stato prima di tutto uno dei bomber più prolifici della storia del Torino. In granata disputò sette stagioni e mezza con complessivi 252 presenze e 123 reti. La maglia numero 10 la indossò nella stagione 2002-2003 la penultima in granata in cui la squadra retrocesse in B.  Arrivò al Torino proprio in B nella stagione 1996-97 proveniente dalla Salernitana. Il primo anno mise a segno 23 gol in 42 presenze, risultando determinante per la promozione della squadra. La stagione successiva di reti ne mise a segno 18 in 30 gare, ma non bastarono ad evitare la nuova retrocessione della squadra. Nuovamente in B rimase mezza stagione prima di andare in prestito per 6 mesi all'Inter. Tornato in granata ancora in A, nella stagione 2001-2002 rimase per altri tre campionasti, terminando la sua avventura nell'estate del 2004.

Alessandro Rosina

Alessandro Rosina sbarcò al Torino, con la squadra in B, nel 2005, a 21 anni, ceduto in comproprietà dal Parma per 400.000 euro. Fu poi acquistato definitivamente l'estate successiva per 850.000 euro. Fu proprietario della 10 dal 2006/2007 al 2008/2009, anni in cui si mise in mostra come uno dei migliori talenti italiani. Complessivamente mise insieme 148 presenze e 39 reti disputando un campionato di B e tre di A. Rosinaldo, questo il soprannome datogli, incantò al Torino e rappresentò per classe e attaccamento ai colori l'ultimo vero numero 10 del Torino. Fu ceduto allo Zenith per 9 milioni di euro nell'estate del 2009.

Ciro Immobile

Quella di Ciro Immobile con il Torino è una storia particolare. Sbarcato in comproprietà dalla Juventus, dopo una deludente parentesi al Genoa, Ciro formò con Cerci l'ultima grande coppia gol d'attacco dei granata, mettendo a segno 22 reti in 33 presenze, laureandosi capocannoniere e conducendo i granata alla qualificazione dell'allora Coppa Uefa. Riscattato a fine stagione dalla Juve per 8 milioni fu ceduto al Borussia Dortmund per 19.4 milioni quella stessa estate. Dopo due deludenti esperienze al Dortmund e al Siviglia tornò in granata per una breve esperienza nel gennaio 2016, mettendo a segno 5 reti in 14 gare.

Adem Ljaicic

Adem Ljajic è stato protagonista in granata per due stagioni tra il 2016/2017 e il 2017/2018. Voluto fortemente da Mihajlovic, Adem vestì da subito la maglia numero 10. Il serbo, talento tanto cristallino quanto discontinuo e fumantino (celebre la «scazzottata» con Delio Rossi al tempo della Fiorentina), regalò magie in granata mettendo a segno in due stagioni 18 gol in 65 presenze e formando con Iago Falque e Belotti un tridente di tutto rispetto. A causa di attriti fu ceduto però nell'estate del 2018 al Besiktas, chiudendo la sua esperienza.

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