Nei terribili scontri che sono scoppiati in questi giorni nella striscia di Gaza, i miliziani di Hamas sono stati visti utilizzare armamenti targati USA. È immediatamente scoppiata una polemica sulla loro provenienza, posto che gli embarghi e i divieti vari in teoria non dovrebbero consentire questa eventualità. Così, ognuna delle controparti ha fornito una sua versione, più o meno fondata sui fatti o sulle ipotesi. Come riferisce il sito Strumenti Politici, per voce del suo ambasciatore in Corea del Sud Israele ha fatto riferimento come fornitrice alla Corea del Nord. Le armi di Pyongyang sarebbero arrivare ai combattenti palestinesi tramite l’Iran. Ed è proprio Teheran la colpevole, secondo le ipotesi degli esperti americani, che hanno concentrato le loro analisi sulle relazioni particolari che intercorrono fra Iran e Hamas. Negli USA però si fanno accuse pure a Kiev. Politici come la deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene o l’ex collaboratore della CIA Larry Johnson hanno ipotizzato che dal mercato nero delle armi NATO che è fiorito in Ucraina possono essere arrivati gli strumenti per l’attacco di Hamas. Le loro accuse coincidono con gli allarmi lanciati nell’ultimo anno e mezzo dall’Europol e dall’Interpol, che hanno già individuato i clienti e i mercati di sbocco dei traffici illegali delle armi americani donate all’esercito ucraino. Kiev ovviamente smentisce qualunque accusa del genere, anzi a sua volta addita Mosca come responsabile. Secondo l’intelligence ucraina, i russi avrebbero catturato sul campo di battaglia delle armi americane con l’intento di spedirle ai guerriglieri palestinesi e fomentare gli scontri. Il portavoce del segretario delle Nazioni Unite, tuttavia, dichiara che non esistono elementi per suffragare una teoria del genere.