Nuove Note - 05 novembre 2023, 10:31

NUOVE NOTE Match: "La mia musica? Un racconto sincero e personale delle mie emozioni"

Ha cominciato a suonare facendo busking per le vie della città, poi esibendosi nei suoi locali. "Torino? Piena di vita e a tratti misteriosa, florida di talenti e storie da raccontare. E' stata fondamentale per la mia crescita"

NUOVE NOTE Match: "La mia musica? Un racconto sincero e personale delle mie emozioni"

Match, al secolo Matteo Genuino, è un giovane artista torinese. Si appassiona alla musica e alla scrittura di brani fin da piccolo. Comincia a suonare facendo busking per le vie di Torino e pubblica il primo singolo nel 2019 grazie al quale si esibisce nei locali della città. La musica di Match ha radici sia nel cantautorato e nel rap, il tutto equilibrato da un sound elettronico. Da poco è uscito il suo primo EP, Cose da grandi, nel quale racconta il percorso del suo io bambino che diventa adulto.

 

Come si è avvicinato Match alla musica e perché si chiama così?

Il nome “Match" viene dalla mia famiglia, è una storpiatura affettuosa del mio vero nome, Matteo. La musica ha sempre avuto un ruolo significativo nella mia vita. Influenzato dagli ascolti dei miei fratelli maggiori ho ascoltato molta musica di diverso genere fin da bambino. All’età di dieci anni ho preso in mano per la prima volta una chitarra, cantando cover di quei brani che tanto ascoltavo e amavo. Scrivere canzoni è stato un gesto naturale, con una chitarra in mano ho sentito fin da subito il bisogno di dire la mia, sentivo di avere qualcosa da raccontare e a mio modo provavo a farlo.

 

Il suo primo palco è stato la strada, cosa gli ha insegnato?

Fare busking per Torino è stato per me il primo tentativo di farmi ascoltare. Dopo aver imparato a suonare e cantare le canzoni che più ascoltavo, mi sono buttato da subito per le vie del centro, cercando di attirare l’attenzione dei passanti. Non è stato facile per me agli inizi oltrepassare la barriera dell’indifferenza, la strada è stata una sana palestra per me, e mi ha insegnato che niente è dovuto. Per farsi ascoltare serve impegno e dedizione, e così pian piano ogni sorriso che conquistavo era per me una piccola grande vittoria personale.

 

Cosa ispira la scrittura dei suoi testi?

Sono sempre stato molto sensibile e attento ai dettagli. Ascoltare e osservare sono i principali strumenti che uso per poter raccontare ciò che mi circonda e soprattutto per capire qualcosa in più delle emozioni che mi muovono. Nei miei testi non ho la pretesa di scrivere qualcosa che metta d’accordo tutti, penso che quella sia una conseguenza di un racconto sincero e personale che parte però delle mie emozioni, senza filtri. Il bello è che ciascuno si può riconoscere solo in quelle parole che sono davvero sincere, che toccano le corde emotive più profonde. Serve quindi prima indagare su se stessi per arrivare alle altre persone, o almeno questo è quello che mi è sempre piaciuto nell’ascoltare i testi di altri artisti.

 

È uscito da poco l’Ep Cose da grandi, quali storie ci racconta?

Questo EP porta con sé un tema che a me sta molto a cuore, ovvero quello della crescita. Queste canzoni sono un modo per raccontare il mio percorso. Vorrei coinvolgere tutte quelle persone in cammino verso la scoperta di se stessi, che forse si sono poste i miei stessi quesiti. Ho voluto trattare questo tema con due sfumature diverse, come se ci fosse un costante dialogo tra il me bambino e il giovane adulto di oggi. La prima sfumatura vede il percorso di crescita come una questione anagrafica, inizialmente quindi essere grandi significava per me avere molte esperienze alle spalle e poter fare quelle cose che i bambini non possono fare, come andare a dormire tardi. Sono sempre stato il più piccolo della mia famiglia, e ho sentito molto presto il bisogno di crescere prima del tempo per potermi permettere il lusso di vedere da vicino il mondo dei grandi. Ora i miei desideri sono in parte cambiati, e non credo che crescere sia solo una questione d’età. Diventare grandi ha più a che fare con i cambiamenti, accoglierli nella propria vita e vivere la propria fragilità non come un difetto ma come un'opportunità per mostrare al mondo la propria unicità. É così che questo EP cerca sia di raccontare i desideri di un bambino che la voglia di scoprirsi di un giovane, con tutte le insicurezze e paure che può incontrare durante il percorso.

 

Figli di una buonanotte” è il singolo che ha anticipato la raccolta, come mai la scelta è caduta su questo brano?

Dal primo momento in cui ho scritto "Figli di una buonanotte” ho pensato che potesse essere la canzone giusta per portare le persone dentro a questo racconto così personale e intimo. Una canzone che ha dentro di sé l’energia e la grinta del desiderio di crescere a tutti costi, con l’entusiasmo di chi vede nel proprio futuro una grande missione da compiere.

 

La sua Torino musicale e non.

Torino è la città in cui ho sempre vissuto e ogni volta che torno da un viaggio più o meno lungo sono sempre contento di tornare a casa. Questa città per me è stata fondamentale per la mia crescita artistica. Un luogo pieno di vita e a tratti misterioso, florido di talenti e storie da raccontare. Una grande ispirazione per me, soprattutto per il panorama musicale che ho imparato a conoscere negli ultimi anni. Da quando sono piccolo i miei ascolti sono stati influenzati dalle grandi personalità che hanno stravolto la musica di questa città come i Perturbazione e i Subsonica. Sono contento di vedere anche una scena emergente piuttosto unita ed energica, da cui sono sicuro che usciranno artisti di grande valore.

 

News, live in programma, appuntamenti.

Questo per me è un periodo florido sulla scrittura, sto lavorando a nuovi brani la cui uscita non sarà molto lontana. Per ora sono davvero contento di “Cose da grandi”, dopo tanti anni di lavoro sono orgoglioso di poterlo presentare al pubblico. Presto avrò anche l’occasione di portare live questo EP e sono sicuro che sarà bellissimo poter portare sul palco questo progetto.

Federica Monello

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