Nuove Note - 10 dicembre 2023, 10:57

NUOVE NOTE – Anudo, il nuovo album "Orange" è un viaggio caleidoscopico

"Siamo un duo di musica contemporanea, crossover tra punk, rock ed elettronica. Ci piacciono i sintetizzatori e la ricerca sonora ma teniamo anche molto alla spontaneità, alla ballabilità e alla piacevolezza"

NUOVE NOTE – Anudo, il nuovo album "Orange" è un viaggio caleidoscopico

Gli Anudo nascono nel 2014 dalla collaborazione di 3 musicisti. A gennaio 2015 esce ‘Just’, il primo singolo della band e durante la primavera del 2015, la band è protagonista di un pre-release tour in Europa. Nel 2016 pubblicano il disco di esordio “ZEEN” accompagnato da 145 concerti e 2 tour in Europa. Il 2017 vede l’uscita di 2 nuovi singoli, “Like The Sun” e “Blue Make Up” e a fine 2018, la formazione di Anudo cambia: da trio passa a duo. Questo mese hanno pubblicato il loro secondo album, nato da un nuovo processo creativo ma anche influenzato dal lavoro degli ultimi anni. Il duo ha sperimentato nuove sonorità e spostato i propri confini al di là dei traguardi del primo disco.

Come si sono formati gli Anudo e perché si chiamano così?
Nel 2015, eravamo in tre, poi qualche anno fa c’è stato un cambio di formazione che potrebbe esser considerato come un nuovo inizio e ora siamo un duo. Ai tempi le motivazioni del nome c’erano chiarissime, ora è tutto un tantino più misterioso.

Come vi descrivereste a un ascoltatore che non vi conosce?
Un duo di musica contemporanea, crossover tra punk, rock ed elettronica. Ci piacciono i sintetizzatori e la ricerca sonora ma teniamo anche molto alla spontaneità, alla ballabilità e alla piacevolezza.

Siete giunti alla pubblicazione del vostro secondo disco a distanza di un po’ di anni dal primo, come, e se, siete cambiati nel corso del tempo?
Innanzi tutto la formazione, che da trio è passata a duo, ha inciso molto sul sound. Poi abbiamo lavorato a molti progetti oltre al nostro, che ci hanno arricchito molto: abbiamo lavorato a tour, realizzato mix, master e produzioni per altri artisti. Il sound si è raffinato, lasciando da parte l’aspetto acerbo/ibrido dei primi anni e trovando una fusione più stabile tra analogico e digitale.

Quale storia ci racconta questo vostro album intitolato “Orange”?
Sono tante le storie. Ogni traccia è un racconto. Due point of view che contemporaneamente si intrecciano. A parole comunque sarebbe estremamente difficile cercare di descrivere quello che abbiamo suonato. Consigliamo a tutti di farselo raccontare direttamente dalle note del disco.

Federica Monello

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