"In Italia in questo momento mancano, rispetto al passato, grandi gruppi industriali capaci di generare investimenti strategici che possano portare crescita e sviluppo per il Paese. Questo ruolo spetta ora alle grandi e medie aziende partecipate a capitale misto pubblico/privato”. Così il Presidente di Iren e vicepresidente Utilitalia Luca Dal Fabbro è intervenuto al convegno “Le società pubbliche. Tra normativa comune e tratti speciali”, in programma questa mattina a Palazzo Madama.
Un momento di confronto dedicato alle società partecipate delle amministrazioni pubbliche, nelle quali ricadono – per la Città di Torino - Iren, Smat e Gtt.
"100 maggiori utility valgono 8.5% Pil"
“Le 100 maggiori utility italiane -ha proseguito Dal Fabbro - valgono oggi l'8,5% del Pil e nel 2030 le previsioni ci dicono arriveranno al 10-11%. Nel solo 2023 le stesse 100 maggiori utility hanno investito 11 miliardi di euro sui territori, con grande attenzione all'innovazione e alla qualità. Un dato in crescita del 50% rispetto al 2019”.
“Non dimentichiamo poi – ha aggiunto - che le utility generano occupazione per 150 mila addetti, contribuendo in modo significativo alla crescita economica locale e nazionale. La sola Iren nel corso del 2023 ha assunto sui territori in cui opera complessivamente oltre mille persone, con profili professionali vari e con una forte attenzione ai giovani”.
Guardando nello specifico al Piemonte, se lo scorso anno sono stati assunti 354 persone sotto i 38 anni, nel 2024 Iren punta a farne entrare in azienda altrettanti, se non di più.
"Fondo nazionale trasporti sottodimensionato"
E durante la mattinata è intervenuta anche Serena Lancione, Amministratore Delegato di Gtt e Vice Presidente ASSTRA, l’associazione nazionale che riunisce le aziende di trasporto pubblico. “Il nostro – ha osservato - è un settore che vale 12 miliardi, che si traducono in politiche di sviluppo e in piani di investimento significativi”.
“A fianco degli investimenti – ha aggiunto - sono necessari anche i finanziamenti: il Fondo nazionale trasporti è però sottodimensionato, e non corre in sintonia con gli investimenti. C’è un gap che va colmato ed è necessario per garantire lo sviluppo e la qualità dei servizi erogati dalle aziende del settore, a partire da GTT”.