Economia e lavoro - 09 febbraio 2024, 07:00

In Piemonte stanno sparendo gli artigiani: in dieci anni scomparse 15mila aziende (e solo edilizia e agricoltura tengono)

Nel corso dell'ultimo anno calo netto per l'industria e per il turismo

artigiano al lavoro

In dieci anni in Piemonte si sono perse 15mila aziende artigiane

C'è un calo costante delle imprese artigiane piemontesi che nemmeno il 2023 è riuscito a contrastare. Lo dicono i numeri di Unioncamere Piemonte, che registrano come, tra nuove aperture (7963) e chiusure (7982), il tasso di crescita sia nuovamente negativo per il territorio regionale: un -0,02% che di per sé appare come una testimonianza di tenuta, ma che - osservato nel medio periodo - svela ben altri aspetti.

Dal 2013, infatti, le aziende artigiane in Piemonte hanno perso ben 15mila rappresentanti, scendendo da 130mila a 115mila. Un colpo pesante per una categoria che rappresenta il 27,1% del tessuto produttivo totale. 

Peggio del resto d'Italia

Il Piemonte, peraltro, sconta anche una dinamica peggiore rispetto a quella nazionale, che invece ha visto una crescita anche se moderata (+0,35%).

Il tessuto artigiano piemontese sta mostrando, negli anni, un costante assottigliamento: un andamento più marcato per le imprese più piccole e meno strutturate e quindi più fragili. Il risultato del 2023 è spento e senza slancio. Il sostegno a queste realtà dovrebbe essere prioritario, attraverso politiche di agevolazione e incentivi economici che permettano loro di crescere e investire nelle proprie attività. Da sempre il sistema camerale piemontese è impegnato nella promozione e nella valorizzazione dell'artigianato piemontese, soprattutto con servizi di accompagnamento all’imprenditorialità: microcredito, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.

Il 79,6% delle realtà artigiane con sede in Piemonte è una ditta individuale, il 13,7% una società di persone, il 6,6% una società di capitale, solo lo 0,1% delle imprese sono costituite con una forma giuridica diversa dalle precedenti. La crescita nulla realizzata dal tessuto artigiano nel suo complesso nel corso del 2023 rappresenta la sintesi di dinamiche fortemente differenziate a seconda della natura giuridica: la dinamica è stata positiva per le società di capitale (+2,63%) e le altre forme (+5,19%), prossima allo zero per le ditte individuali (+0,21%), negativa, invece, per le società di persone (-2,52%).

Edilizia e agricoltura danno segni di vitalità

A livello settoriale la prima realtà per numerosità si conferma, anche nel 2023, quella edile, con il 42,6% delle realtà artigiane piemontesi. Questo settore, così rilevante per il comparto, ha fornito anche in questa annualità un contributo positivo all’andamento segnato dall’artigianato in Piemonte, realizzando una crescita dello 0,92%.

Solo l’agricoltura, settore che assorbe però solo lo 0,7% delle realtà artigiane locali, chiude l’anno con un risultato migliore rispetto a quello delle costruzioni, realizzando una crescita dell’1,97%. Appare positiva anche la dinamica del commercio (+0,33%).

Gli altri servizi manifestano una crescita nulla (-0,09%), mentre sono negativi i risultati messi a segno dall’industria in senso stretto (-1,65%) e dal turismo (-2,48%).

Cuneo meglio di tutti, Biella in coda

Analizzando, infine, la dinamica esibita nel corso del 2023 dalle diverse realtà provinciali, si segnala una crescita della base imprenditoriale artigiana per Cuneo (+0,76%), Asti (+0,28%) e Torino (+0,16%). Alessandria (-0,31%), Verbania (-0,42%), Vercelli (-0,70%) e Novara (-0,79%) scontano flessioni contenute, mentre Biella registra una diminuzione più marcata (-2,48%).

Massimiliano Sciullo

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