Attualità - 15 febbraio 2024, 12:30

Da Porta Susa a EnviPark. un comitato per rilanciare le aree "abbandonate" di Ferrovie: è Torino Innovation mile, "ma serve uno sconto"

A fare squadra Poli, NewCleo, Ogr, InfraTo, Liftt, Environment e Planet smart city: tutti in cerca di nuovi spazi e di "espansioni". Pronti a investire 300 milioni. Pesa la valutazione dei terreni da FFSS. E spunta il Centro per l'AI

zona ex industriale

La zona di Porta Susa, ma anche quella vicino a EnviPark potrebbero presto trovare nuove vocazioni

L'area davanti al grattacielo di Intesa Sanpaolo, a poca distanza da Porta Susa (45mila metri quadri), magari collegando in maniera pedonale le due aree ai lati della ferrovia, oppure la zona vicino a Environment Park, da 143mila metri quadri, lungo corso Principe Oddone. Due delle aree da sempre "in cerca d'autore" della città di Torino potrebbero aver trovato la loro strada. E che potrebbero creare uno spazio anche in vista del Centro per l'Intelligenza artificiale.

Un progetto da 300 milioni di euro

Nasce infatti ufficialmente oggi, dopo la firma davanti al notaio, "Torino Innovation mile", che raccoglie le energie di Ogr, Newcleo, Liftt, Nexto, Politecnico di Torino, EnviPark, Planet smart city e Infra.To. Dunque ateneo, ma anche acceleratori di star up, mondo della ricerca e realtà che hanno bisogno di crescere ed espandersi. In dettaglio, NewCleo, Politecnico, le Ogr e Infra.to sono gli attori interessati al primo lotto, ma ancora il Politecnico, insieme a residenze universitarie e centri di ricerca (ancora nell'anonimato, in attesa di firmare dal notaio) sono pronti a mettersi in prima fila per il secondo lotto. Complessivamente, il progetto può portare a investire 300 milioni (Città della Salute ne vale 500). Se tutto va bene, potrebbero bastare 3 anni per le prime consegne.

"Questo è un comitato per rilanciare la città con investimenti concreti e non solo come scenario", spiega Davide Canavesio, presidente Nexto e oggi chiamato alla presidenza del Comitato. "Ma ci sono altri nomi che presto si aggiungeranno - aggiunge - e sono tutte realtà che hanno interesse a espansioni su queste aree, che appartengono a Ferrovie. Ci sono stati bandi e interessi, in passato, ma non si è mai concluso nulla. Ma noi siamo interessati a questi metri quadri. Nel segno dell'innovazione e della creazione di posti di lavoro e sviluppo della città".

Ci sono già stati contatti con Ferrovie e con le amministrazioni. E accanto alla presidenza affidata proprio a Canavesio, ci sono anche due vicepresidenze: il neo rettore del Poli, Stefano Corgnati e il nuovo presidente di Envipark, Giacomo Portas. "Abbiamo una necessità oggettiva di avere spazi non compressi per la ricerca - dice Corgnati - e l'ho detto più volte anche durante la campagna elettorale per l'elezione del rettore. Qui a Envipark abbiamo già sperimentato come l'elemento distintivo è proprio il luogo che viene caratterizzato dal dialogo tra gli enti di ricerca e le imprese, un hub di trasferimento al territorio e al sistema Paese. Abbiamo e dobbiamo avere sempre di più infrastrutture tecnologiche all'altezza. Almeno in fase di start up, mi piacerebbe in coerenza immaginare qui anche la proiezione del centro per l'Intelligenza Artificiale: come Poli abbiamo pensato a questo progetto per dare spazi dedicati a transizione green e digital, e l'intelligenza artificiale rientra in questo filone digital. Per quanto riguarda noi, faremmo qui tutto il possibile per le nostre attività in questo senso".

Addio alla "torre" di Porta Susa

Quella che pare abbandonata, è l'idea di una nuova torre. "Sarà un volume meno imponente, visto che abbiamo capito che fare una nuova torre a Torino è molto complesso - spiega l'architetto Benedetto Camerana - e con molte zone verdi che collegheranno ad altre aree vicine, da Ogr a Politecnico. Sarà un edificio aperto a tanti ospiti diversi, in condivisione". Mentre lungo la spina che porta a Envipark lo sviluppo sarà allungato, seguendo proprio lo sviluppo della strada che rappresenta l'ingresso automobilistico arrivando da Milano. "In teoria non ci sarebbe la necessità di innalzare un grattacielo dove non c'è problema di densità su cui costruire. Non è il caso di Torino. E poi serve un attore che lo prenda e lo sfrutti, come è successo con Regione o Intesa. Avere persone che occupano 3-4 piani ciascuno aumenterebbe i costi. Invece in questo modo si può fare una cosa più collettiva e condivisa, in un mercato come quello di Torino che non è ricchissimo e non ci sono grandi fondi internazionali, magari dal Qatar. Rischieremmo di essere fuori mercato".

"Qui i servizi e le residenze universitarie sono già previste nel Piano regolatore, quindi non sarebbe necessaria alcuna modifica - sottolinea ancora Canavesio - e questo comporta una riduzione sensibile dei tempi".

"Zone incolte da valorizzare, oggi senza un progetto"

"Osservando la città dall'alto, è difficile vedere investimenti di livello europeo a Torino. Il Comitato vuole sensibilizzare gli investitori e spiegare che ci sono aree incolte, per non dire altro - dice Portas -. Il nostro compito è evidenziare la mancanza di un progetto e dialogare con la politica, per sollecitarla. Anche noi, come Envipark, abbiamo bisogno di nuovi spazi".

"Il problema con le Ferrovie, per queste aree, è il prezzo -
aggiunge Portas -, ma dobbiamo far capire quelle che sono le opportunità da cogliere per la città. Speriamo di ottenere uno sconto sul prezzo, su valori che forse sono stati calcolati in momenti storici diversi. Questo è necessario se vogliamo recuperare le distanze da Milano e il resto dell'Europa".

Ogr fa parte della partita: "Abbiamo nuove liste d'attesa"

"Ogr è dentro questo progetto - dice Fulvio Gianaria, in rappresentanza delle Officine Grandi Riparazioni - e le liste di attesa per Ogr Tech non ha esaurito il fabbisogno. Ci sono nuove liste d'attesa, senza dimenticare il valore aggiunto di questo progetto, che è la condivisione e la connessione con gli altri attori"

 

Massimiliano Sciullo

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