"Con la Palestina fino alla vittoria". È questa la scritta che campeggia sulle scale di Palazzo Nuovo, dove questa mattina CUB-FLAICA e COBAS hanno organizzato una manifestazione in occasione dello sciopero generale contro "le guerre e per fermare il massacro in corso nella striscia di Gaza".
Lo sciopero
A Palazzo Nuovo una parte del personale ha aderito all'astensione dal lavoro. Oggi sono chiuse le biblioteche del Dams e Rostagni: sulle altre, diversi addetti sono in sciopero. Alcuni docenti di UniTo hanno partecipato alla mobilitazione e quindi stamattina non si sono svolte le lezioni del corso di Antropologia e una parte di quelle del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere.
"Denunciamo genocidio in corso"
"Abbiamo organizzato - spiega una studentessa - la mobilitazione di oggi in solidarietà dei lavoratori e lavoratrici che hanno deciso di scioperare in solidarietà Palestina. Uno sciopero politico per denunciare il genocidio in corso e le complicità dello stato italiano e di tutto l'Occidente rispetto al massacro ed 85 anni di occupazione militare".
All'esterno di Palazzo Nuovo è stato costruito un muro, simbolo "dell'Apartheid scolastico in Palestina, per cui il diritto allo studio non è garantito" .
I sindacati
"Io - spiega Nicola Forno, della Cub Flaica -" sono un rappresentante del personale esternalizzato. Aderiamo allo mobilitazione e ci uniamo alla denuncia degli studenti per sottolineare come le politiche di UniTo, che appoggia il genocidio in corso, in qualche modo si inseriscono nel percorso di esternalizzazione che stiamo vivendo sulla pelle tutti i giorni come bibliotecari". "Ora - aggiunge - c'è stato l'ennesimo cambio di appalto"
A fargli eco Stefano Vannicelli della Cub Università. "C'è una forte preoccupazione - chiarisce - per i venti di guerra che picchiano forte e vicino: si parla ormai esplicitamente di economia di guerra e fondi per le armi". "Non si potrà - aggiunge Antonio Grassedonio, della Flc Cgil - mai avere pienezza dei diritti ed un'accoglienza vera se non si spazzano via i conflitti, se continuiamo a spendere soldi per le armi e non per scuole e lavoro" .
A restituire un quadro di come la guerra nella Striscia di Gaza abbia di fatto azzerato il diritto allo studio è Alessandro Ferretti, ricercatore. "Fino al 27 gennaio, - spiega - sono stati ammazzati quasi 100 docenti universitari e distrutto tutte le sedi universitarie di Gaza. 90mila studenti in Palestina non possono andare alle lezioni".