Cultura e spettacoli - 03 marzo 2024, 07:46

Albero di Carta: "I miei testi nascono dal mio mondo interiore, in 'zanzare' parlo di salute mentale"

La giovane cantautrice sarda vive a Torino da 9 anni: "Sono molto legata a questa città che offre tantissime possibilità e dal punto di vista musicale. Mi piace che si trovino sempre tanti eventi a cui andare"

Albero di Carta (al secolo Federica Carta)

Albero di Carta (al secolo Federica Carta)

Federica Carta ha 28 anni, è sarda e vive a Torino da nove anni. Dal suo bisogno di farsi ascoltare, esigenza interna alla persona e che rappresenta le vari parti di questa, è nato il suo progetto musicale Alberto di Carta. Nei suoi brani unisce le sue due più grandi passioni: teatro e musica, ne risulta un impronta teatrale nell’interpretazione. Il suo primo singolo è uscito da poco e tratta di un tema molto importante. “Zanzare” parla dei ronzii interni alla persona che rappresentano disagi che portano a parlare di salute mentale. L’artista ci tiene a precisare che il brano rappresenta una richiesta di sollievo e non di cura,per questo bisogna affidarsi agli specialisti.



Come Federica Carta si è trasformata in Albero di Carta?
Quando ha iniziato a capire meglio la propria identità e ad accettarsi. In quel momento è nata, pian piano, anche l’esigenza di esprimersi e di trovare un modo per dare spazio a tutte le proprie parti interne. Da qui anche il concetto di “albero”, Albero di Carta ha un nucleo, un tronco, unico e forte, ma in ciò che faccio c’è tanta varietà, proprio perché tanti credo siano i rami di ognuno di noi.


Cosa ispira la scrittura dei suoi testi?
I miei testi nascono dal mio mondo interiore. Ho sempre fatto un sacco di riflessioni anche sulle cose apparentemente banali. Ho vissuto una vita molto pensata (forse troppo) e volevo portare fuori il mio modo di guardare le piccole cose e di vedere la profondità anche in oggetti/cose o avvenimenti quotidiani.


È uscito da poco il suo nuovo singolo “Zanzare”, ce lo racconta?
“Zanzare” è un brano a cui tengo molto. Parla di ronzii, ma ronzii interni, quelli che considero i più fastidiosi. Sentivo l’esigenza di scrivere una canzone che parlasse di salute mentale, perché è un tema per me centrale. Nella canzone mi rivolgo ad un’altra persona chiedendo una sorta di aiuto per fuggire dai disagi che i “ronzii” provocano. Su questo tengo a fare una precisazione: è da intendersi come una richiesta di sollievo e non di cura. Le persone a noi vicine possono aiutarci ad alleviare le fatiche, ma la guarigione nei disturbi mentali avviene affrontando percorsi con professionisti e capendo i meccanismi della propria mente. Per questo dico “ma ora lo so, non mi devo grattare”, perché nel mio caso è stata una consapevolezza importante da acquisire. Riconoscere alcuni pensieri come semplici pensieri, non descrittivi della realtà, lasciarli andare senza dargli troppe attenzioni, così da non farli diventare pervasivi.


Sta lavorando ad altri brani? Magari ad un EP?
Ho ovviamente altri brani che suono nei miei live e attualmente ne sto scrivendo altri. A livello di registrazioni e pubblicazione sto valutando cosa fare, perché è un investimento che richiede delle valutazioni più ampie sul progetto. Sicuramente fare un EP è un passo che ho come obiettivo futuro, ma vorrei fosse ben strutturato. Ho delle idee abbastanza precise a riguardo, ma devo ancora trovare il modo giusto per metterle in piedi.



Albero di Carta che realizza cover ed Albero di Carta che canta i suoi brani, quale la sua versione preferita?
Con i miei brani ovviamente posso portare totalmente me stessa nella musica e credo che questo sia il massimo dell’espressione desiderabile. Mi piace comunque anche fare le cover, perché è interessante trovare la propria verità nelle parole di qualcun altro. Poi non sempre è facile tradurre verbalmente ciò che si vuole dire, e potersi ritrovare in testi anche non propri, secondo me aggiunge ulteriori possibilità di portar fuori qualcosa da se stessi.


La sua Torino musicale e non.

Vivo a Torino da ormai dieci anni e in questa città sono diventata adulta e ci sono molto legata. La mia Torino non musicale è stata sicuramente quella universitaria, quella che mi ha fatto diventare ingegnera mentre conoscevo un sacco di persone e di ambienti. Una diversità rispetto a quello a cui ero abituata in Sardegna, dove invece sono nata e ho vissuto fino all’adolescenza. Torino dà tantissime possibilità e dal punto di vista musicale mi piace che si trovino sempre tanti eventi musicali a cui andare. Io sono appassionata di musica emergente e vado ad un sacco di live, anche in piccole realtà che spesso si rivelano le più interessanti per scoprire nuova musica. Oltre ovviamente ad aver usufruito io stessa delle possibilità che ci sono per esibirsi.


News, live in programma, appuntamenti.
L’1 marzo è uscito il videoclip di “Zanzare” e sono molto contenta perché è stata la mia prima esperienza dietro la videocamera. Per quanto riguarda i live ora sta arrivando la bella stagione e non ho una data precisa da comunicarvi per ora, ma posso dirvi che ci saranno sicuramente occasioni per vederci dal vivo. Per gli aggiornamenti pubblico sempre tutto nella mia pagina Instagram e le novità continueranno a non mancare.

Federica Monello

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