Cultura e spettacoli - 11 marzo 2024, 18:02

Rosa Diletta Rossi è Alda Merini nel film di Roberto Faenza: "Torino? Una città che porto nel cuore" [INTERVISTA]

L'attrice veste i panni della poetessa insieme a Laura Morante e Sofia d'Elia. Folle d'Amore è stato girato interamente in città e sarà trasmesso in prima serata su Rai1 giovedì 14 marzo

Rosa Diletta Rossi sul set di Folle d'Amore - Alda Merini

Rosa Diletta Rossi sul set di Folle d'Amore - Alda Merini

“Non tornavo a Torino da tanti anni. È una città che mi porto nel cuore” così Rosa Diletta Rossi su Torino, città in cui ha studiato e in cui è tornata per le riprese del TV movie di Roberto Faeza, Folle d’Amore - Alda Merini, che sarà trasmesso in prima serata su Rai1 giovedì 14 marzo.  

Presentato al Torino Film Festival 2023, il lavoro che racconta la vita della poetessa milanese, è stato interamente girato nel capoluogo piemontese, tra varie location, tra cui la Chiesa dello Spirito Santo e la Certosa Reale di Collegno. Realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, il progetto ha coinvolto 65 professionisti locali nella troupe. 

L'attrice è Alda Merini negli anni dell’età adulta, del matrimonio, ma anche quelli dell’internamento.

Un ruolo che forse analizza la parte più umana della poetessa, come ci ha lavorato e cosa ha provato nel portarla sullo schermo? 

“È stato un lavoro molto graduale, ho cominciato a leggere tante raccolte di poesie. Ho lasciato sedimentare le sue parole. Ho immaginato poi cosa succede quando una donna così intelligente viene internata e quindi ho lavorato su questo disagio, questa costrizione. Abbiamo girato dentro il manicomio di Collegno, con le stanze com’erano una volta. Girare anche lì ha aiutato la riuscita emotiva della situazione che siamo andati a raccontare". 

C’è qualcosa si Alda Merini che ritrova in se stessa? 

"C’è una cosa che lei ha scritto e che ho fatto mia:

‘Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturare l’anima.

Coloro che hanno la carne a contatto
con la carne del mondo.

Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore’

Ecco, in queste parole mi sono ritrovata, continuo a ritrovarmi”. 

Come si è trovata a lavorare con la giovane Sofia d’Elia e con Laura Morante? 

“Abbiamo sempre lavorato separatamente, ma devo dire senza saperlo, si è creata una bella continuità. Alda Merini ha parlato un po’ a tutte. Per esempio, nel momento in cui Alda diventa una poetessa acclamata, interpretata da Laura Morante, c’è la continuità di una donna di spirito, ironica, molto vitale. Questa cosa ho voluto mantenerla anche dentro il manicomio. Nonostante la segregazione, ho cercato di mantenere quell’ironia che secondo me l’ha abbandonata." 

E invece con il regista Faenza? 

“Roberto è una persona di grande spirito, con un approccio sempre disincantato sulle cose. È un uomo di poche parole, ma è molto gentile con una cultura molto ampia”. 

Che ricordo ha di Torino? 

“Torino è una città in cui sono sempre felice di tornare. Abitavo in centro e me la facevo a piedi per andare alla scuola di teatro Shakespeare. Per me Torino è sempre stata un luogo importante per il teatro, ma lo sta diventando anche per il cinema”. 

C’è un posto cui è particolarmente legata? 

“Un posto che porto nel cuore è la Cavallerizza Reale dove una volta c’era una sala di teatro. Una sera dovevamo fare uno spettacolo, stavamo entrando e stava per nevicare, è un ricordo bellissimo che ho. La neve fredda fuori cominciava a scendere, ma dentro la sala c’era tutto il calore del pubblico”.

Dopo il successo del film, quali sono i progetti per il futuro? 

"Dovrebbe uscire a breve un progetto su Netflix. Racconta della piccola rivoluzione del Sud Italia di una parte di questi piccoli borghi che volevano contrastare la risalita dei piemontesi, dedicandosi appunto al brigantaggio". 

Chiara Gallo

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