Attualità - 18 marzo 2024, 13:00

Torino vuole l'iscrizione anagrafica per chi affitta in nero: "Residenza è un diritto"

La mozione prevede che chi occupa abusivamente un alloggio non possa chiedere l'iscrizione anagrafica

Torino vuole l'iscrizione anagrafica per chi affitta in nero: "Residenza è un diritto"

Dopo Roma e Palermo, Torino vuole permettere l'iscrizione anagrafica con autocertificazione a tutti quelle persone che non hanno un regolare contratto di affitto. Famiglie o singoli in difficoltà economica, stranieri, studenti fuorisede: tutti soggetti ad esempio che si rivolgono per avere un alloggio al mercato del nero, rimanendo così esclusi dai servizi comunali e sanitari. Dal dottore della mutua, agli sgravi fiscali per mense, asili e materne. 

La mozione che verrà discussa oggi in Sala Rossa prevede che chi occupa abusivamente un alloggio non possa chiedere l'iscrizione anagrafica in quell'appartamento, salvo i casi di fragilità, come prevede la legge. 

"Diritto alla residenza è un diritto" 

"Abbiamo raccolto - ha spiegato la capogruppo di DemoS Elena Apollonio, prima firmataria dell'atto - l'appello di 200 associazioni: il diritto alla residenza è un diritto, non una condizione, a cui sono collegati diritti fondamentali".

"In questa città - ha aggiunto - ci sono ancora troppi invisibili". 

"Problematica nazionale" 

"Siamo consapevoli - ha osservato la capogruppo comunale del Pd Nadia Conticelli - che la problematica va affrontata a livello nazionale. Noi vogliamo accendere un faro: le persone non scompaiono, esistono. Nell'ambito della normativa esistente - ha aggiunto - non chiediamo niente al di fuori della legge, solo che si implementino i servizi che già ci sono". 

No occupazioni abusive

E a dare una misura di come non avere una residenza "ufficiale" tagli fuori da prestazioni pubbliche è la capogruppo di Torino Domani Tiziana Ciampolini. "In pandemia - ha spiegato - tante persone non potevano essere curate. La residenza è un requisito necessario per i servizi sanitari, per il reddito di cittadinanza".

"Non è un favore - ha aggiunto - alle occupazioni abusive: anzi non sono contemplate all'atto". 

Le Case Comunali 

A Torino ci sono Casa Comunale 1, Casa Comunale 2 e Casa Comunale 3, a cui possono chiedere l'iscrizione anagrafica i giostrai, i clochard e tutte le persone in difficoltà per accedere ai servizi. 

A fine 2022 erano 4.500 le persone che avevano fatto domanda. Gli extracomunitari però, come ha ricordato la capogruppo di Sinistra Ecologista Alice Ravinale, possono iscriversi solo a "Casa Comunale 3, che non dà diritto ad accedere ai servizi comunali, ma solo per stranieri".

"Chiediamo - ha aggiunto - che i tre indirizzi siano parificati". 

Ex Buon Pastore 

Una risposta alla difficoltà abitativa potrebbe arrivare dall'ex Buon Pastore, che quest'inverno ha accolto un'ottantina di clochard e famiglie in difficoltà economica. "Ci sono - ha spiegato il consigliere del PD Vincenzo Camarda - interlocuzioni con gli Rosatelli e Favaro perché la città continui a implementare il servizio offerto in questo luogo, perché diventi uno spazio comune di coabitazione non solo per l'emergenza freddo. Purtroppo la Regione è assente". 

A fargli eco il collega Pierino Crema. "Diventa importante - ha chiarito - che l'esperimento del Buon Pastore non termini il 30 aprile".

"Sul modello di Roma - ha poi aggiunto - potremmo stabilire una Casa Comunale in ogni Circoscrizione. Questo ci permetterebbe di capire se gli "invisibili" sono solo in centro o in altri quartieri: è un modo per farli emergere". 

"Questa mozione - ha chiosato Pietro Tuttolomondo - mette al centro la persona. L'iscrizione anagrafica con autocertificazione è stato per votata a Palermo e Roma, che hanno amministrazioni rispettivamente di centrodestra e centrosinistra".