Economia e lavoro - 03 aprile 2024, 13:39

Mirafiori, spiragli da Roma tra auto cinesi e cambi elettrificati. Ma i sindacati criticano: "Rischio chiusura tra sette anni"

La 500Bev, poi - a lungo locomotiva di Torino - sarà prodotta soltanto in Italia. Critiche dalle sigle dei lavoratori. Fiom: "Si rischia la consunzione con l'arrivo dell'età pensionabile". Fim: "I numeri fin qui non bastano"

mirafiori auto

Dal tavolo Stellantis per Mirafiori, a Roma, spiragli, ma anche critiche

Prima Melfi, ora Mirafiori. Nuovo vertice romano per fare luce sull'orizzonte italiano di Stellantis. Ma nessuna schiarita dall'incontro tra sindacati, Comune di Torino, Regione e il ministro dell'Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso. Innanzitutto per l'assenza (annunciata) del ceo Carlos Tavares, ma non solo. Per il Gruppo c'era Davide Mele responsabile Corporate Affairs per il gruppo Stellantis, mentre Gianmarco Giorda rappresentava Anfia. Proprio il titolare del dicastero ha sottolineato come ci sia la necessità che a Mirafiori si possano produrre almeno 200mila vetture all'anno.

Un incontro che - come contesto - trova il lavoro del governo italiano a livello UE per i combustibili green Euro 7, ma anche per introdurre, come negli Stati Uniti, dazi su auto elettriche extra europee. Sul tavolo, anche gli incentivi decisi dal Governo, anche se difficilmente questi possono avere un'efficacia squisitamente "italiana" nella loro destinazione d'uso (lo scorso anno oltre l’80% degli incentivi è finito su auto estere).

Cirio e Lo Russo: "A Torino continuiamo a produrre auto"

Prendendo la parola, il governatore Alberto Cirio ha ricordato la collaborazione con Stellantis, a partire dall’hub dell’economia circolare, ma ha espresso anche moltissime preoccupazioni rispetto alla produzione di auto a Torino: dalla situazione di Maserati ai volumi di Mirafiori. "Vorremmo che a Torino si continuassero a produrre auto", il messaggio, condiviso anche dal sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. "Quello avviato su Mirafiori, con il Comune di Torino, è un percorso che ci ha consentito di ottenere importanti risultati, come l’avvio dell’hub europeo del riciclo e del Battery Center, e la prossima settimana del centro per le trasmissioni, che valgono in tutto circa mille occupati, ora si tratta però di fare un passo in più", ha spiegato Cirio. "L’azienda sta lavorando per rendere la 500 elettrica più competitiva in modo da conquistare maggiori fette di mercato, nel frattempo però serve, e questo lo dicono insieme il mondo delle imprese e i sindacati, un nuovo veicolo da produrre a Mirafiori per arrivare a 200 mila auto all’anno. Lavoriamo in questa logica con un approccio costruttivo: chiediamo a Stellantis impegni su questo e siamo disponibili a collaborare, come abbiamo fatto per il polo del riciclo". "L’incontro di oggi – ha aggiunto Lo Russo – serve a ribadire che l’automotive non solo è parte integrante dell’identità di Torino ma un’occasione di ulteriore crescita. Sono poche le realtà nel mondo che, come Torino, hanno la capacità di costruire un'auto partendo dalla ideazione fino al collaudo e questo rappresenta un valore aggiunto. È però del tutto evidente che questi elementi debbano necessariamente essere accompagnati da un investimento".

I cinesi, pista aperta. E si parte coi cambi elettrificati

Da parte dell'azienda, Mele ha ribadito come Mirafiori rappresenti il cuore pulsante di Stellantis in Italia, mentre le parti hanno condiviso che l'obiettivo deve rimanere quello del milone di veicoli prodotti nel Paese. Entrando nel merito, Mele ha anche sottolineato come su Mirafiori Stellantis abbia allocato un brand di punta come la 500, che da quest’anno sarà prodotto esclusivamente in Italia. La 500 elettrica secondo Mele dovrebbe raggiungenre produzioni a tre cifre. E sono arrivate conferme anche per Maserati, con i modelli in rampa di lancio: Gran Turismo e successivamente con Gran Cabrio. Confermata, anche se in forte ritardo, anche la nuova versione della nuova Quattroporte. 

Dalla prossima settimana, poi, Mirafiori inizierà a produrre cambi elettrificati che impiegheranno oltre 500 adetti. A queste attività  si aggiungono l’hub per il riciclo e per le batterie. Mentre su Leapmotor Mele ha precisato che al di là delle notizie uscite sui giornali Stellantis, non ha ancora deciso nulla.

Fim: "I numeri attuali non possono bastare"

"Il lavoro di investimento su hub di riciclo e batterie, battery Hub e cambi elettrificati - ha detto il segretario generale Fim, Ferdinando Ulianovanno bene, ma la situazione produttiva e occupazionale dell’area torinese, con questi numeri – sottolinea - la sola 500 elettrica e le attuali Maserati riteniamo non siano sufficiente a saturare gli impianti e  l’occupazione". "L’elettrificazione del brand Maserati - ha aggiunto - non pensiamo sia sufficiente a saturare Torino, serve per  questo una vettura di largo consumo. L’idea di un prodotto popolare in collaborazione con Leapmotor, che come ha detto l’Ing Mele ancora non è stato deciso dove allocare, ma anche la produzione della  500 ibrida, oltre che quella full elettrica, potrebbero aiutare a centrare l’obiettivo".   

Fiom: "Nessuna garanzia per i lavoratori di Mirafiori"

Critiche anche da Fiom, con il segretario torinese, Edi Lazzi, Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità e Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil: "Nell’incontro di oggi al Mimit non sono ancora arrivate risposte da parte di Stellantis in merito alla responsabilità sociale e alle garanzie per le lavoratrici e i lavoratori di Mirafiori". "L'ingente utilizzo di ammortizzatori sociali che per le carrozzerie di Mirafiori è previsto fino alla fine

dell'anno, unitamente al piano di uscite volontarie incentivate, mette seriamente a rischio anche il lavoro avviato il 6 dicembre ultimo scorso e dei relativi tavoli tecnici". "Chiediamo un rilancio dello stabilimento che passa attraverso la produzione di nuovi modelli, di progetti per gli ingegneri e tecnici, e di assunzioni di giovani. Senza questi punti il rischio è che tra sette anni Mirafiori chiuda

per consunzione in quanto tutti gli addetti saranno in pensione. Questo determinerebbe l'ulteriore impoverimento di Torino”.

Uilm: "Speriamo negli incentivi e una nuova vettura"

Speriamo che gli incentivi all’acquisto di autovetture, oggi nuovamente annunciati dal Ministero, siano tali da rilanciare la produzione nazionale e da rendere accessibili anche ai cittadini comuni le auto a basse emissioni. Ma per rilanciare la produzione a Torino, per Mirafiori e per le stesse imprese dell’indotto, è necessaria una nuova vettura di larga diffusione”, commentano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, e Luigi Paone, segretario generale della Uilm di Torino.

Fismic: "Certezza sulle missioni produttive per Torino"

Il vicesegretario generale Fismic Confsal, Sara Rinaudo, ha sottolineato come: "Mirafiori in questo momento è in una situazione di stallo incerto e non vogliamo assolutamente che si arrivi a un lento spegnimento. Per non rischiare di spegnere prima o poi l’interruttore, occorre necessariamente, insieme a ricerca e sviluppo, la produzione. Servono nuovi modelli che abbiano un ampia risposta sul mercato; un mercato che ricordiamo registra ad oggi un serio calo della vendita dell'elettrico, e per questo serve un l'allungamento della fase di face out dei modelli endotermici, con produzione di modelli ibridi e a basse emissioni. Chiediamo certezza sulle missioni produttive e un piano industriale di lungo termine per Mirafiori, solo in questo modo si potrà rilanciare l'intero sito produttivo di Torino e dare respiro ai lavoratori dell'indotto che verge in estrema sofferenza".

Uglm: "Prospettive disattese e nessuna risposta"

"Come UGL Metalmeccanici abbiamo chiesto che venga assegnata una vettura aggiuntiva allo stabilimento di Mirafiori con l’obiettivo di affiancare la produzione della 500 BEV", ribadiscono Antonio Spera, segretario nazionale UGL Metalmeccanici e Aurelio Melchionno, della segreteria nazionale. "E' fondamentale porre le basi per il rilancio di Mirafiori, attraverso produzioni aggiuntive al fine di arrivare a 200.000 auto, Lo meritano i lavoratori la città di Torino e tutto il Piemonte".

Ma non manca un retrgusto amaro: "E' un incontro con prospettive disattese - dice Ciro Marino, segretario generale Uglm Torino -, riteniamo che l’azienda non abbia risposto alle domande fatte sia dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che dal ministro Urso, questo non può che destare preoccupazione. Mirafiori per poter restare produttiva deve almeno immatricolare 200.000 auto l’anno. Un traguardo lungimirante, ma contiamo sulla prgmaticita’ del ministro Urso che con le sue dichiarazioni a marcato in modo evidente la linea, di continuare a essere collaborativi a non esserlo più"

 

Massimiliano Sciullo

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