Attualità - 05 aprile 2024, 15:47

La Resistenza a Torino in pillole video, il regista Di Polito: "Dal contadino al professore, non aveva distinzione di classe”

Saranno pubblicati fino al 25 aprile. Primo filmato sul Martinetto

Pillole video sulla Resistenza in avvicinamento al 25 Aprile: primo filmato sul Martinetto

Pillole video sulla Resistenza in avvicinamento al 25 Aprile: primo filmato sul Martinetto

20 video, per 20 giorni a partire dal 5 aprile fino al giorno della Liberazione per raccontare cosa è stata la Resistenza. 

È il progetto realizzato da Stefano Di Polito e Luca Zanotta grazie al sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte. 

Perché proprio adesso questo progetto?

È nato un bisogno in quest’epoca in cui assistiamo a una guerra in Europa e una in Medio Oriente. Forse la viviamo con un distacco un po’ più emotivo che reale, come se la rifiutassimo. Da qui l’esigenza di andare a riscoprire certi temi” spiega il regista Di Polito. 

“Mi sono reso conto di come Torino abbia avuto un ruolo fondamentale nell’antifascismo anche prima della Resistenza. La Resistenza stessa è durata venti mesi, ma è un percorso di decenni, eppure in questo momento storico pare dibattuta e quasi mal digerita, mentre non ci devono essere dubbi a riguardo. Per questo ho pensato, perché non farla durare di più del 25 aprile?”-  

Insieme al giovane divulgatore Luca Zanotta, Di Polito ha quindi realizzato le 20 pillole che saranno snocciolate a partire da oggi, 5 aprile, sui canali social di Torinogiovani e dell’associazione Plurale e sono pubblicati sulla app Tellingstones. 

20 video alla scoperta di luoghi e storie che hanno segnato la Resistenza a Torino.  

Il primo di questi è dedicato al Martinetto. Come lo avete raccontato? 

“Il 5 aprile del 1944 qui furono fucilati 8 partigiani che erano i comandanti del primo Comitato di Liberazione. Il 25 aprile l’anno dopo iniziò la Liberazione  vera e propria. Il Martinetto non si può visitare se non con il Museo della Resistenza, ma abbiamo realizzato il video all’esterno da dove si può osservare una targa che ricorda chi fu fucilato e la loro professione. È interessante perché si passa dal contadino al professore universitario. Segno che tutta la popolazione era insorta: la resistenza non aveva distinzione di classe”. 

Tra gli altri luoghi, Palazzo Campana, la Caserma d’Asti e il Cimitero Monumentale: “Siamo andati al Campo della Gloria, un luogo che i torinesi dovrebbe visitare almeno una volta nella vita. Lì si trovano alcuni nomi importanti come Dante Di Nanni, Antonio Banfo, Eusebio Giambone e Renato Martorelli”. 

La Resistenza oggi è ancora ricordata a Torino? 

È molto più presente di quello che si immagina, magari non si conoscono i nomi dei partigiani, di Gobetti o di Gramsci, ma abbiamo l’eredità della Liberazione e di questo grande periodo politico. A Torino abbiamo sempre una sorta di resistenza, a volte al cambiamento, ma a volte anche al consumismo o alle mode facili. Sono valori che si sono radicati nella città. Una città fortemente politica, forse se la ostentassimo un po’ di più vivremmo pienamente quello che siamo.” 

L’ultimo video che luogo racconta?

È dedicato al Museo della Resistenza. Ci sembrava giusto rafforzare l’idea che ogni giorno è la resistenza”.

Ci saranno altre edizioni? 

“Questa è una prima edizione, ma a noi piacerebbe proseguire, magari con video fatti dalle scuole. Sarebbe bello passare da venti a magari cinquanta video alla fine”.

 

Chiara Gallo

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