"Il diritto alla salute non è più garantito": è questo l'allarme lanciato dal Cipes Centro d'Iniziativa per la promozione dell'educazione sanitaria e dall'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Torino. I due enti, in occasione della Giornata Mondiale della Salute promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per domenica 7 aprile (il cui slogan è appunto “La mia salute, il mio diritto”, ndr), hanno lanciato un appello per tutelare e promuovere la sanità pubblica.
L'appello per la sanità pubblica e il diritto alla salute
Il documento, a cui hanno aderito 36 organizzazioni tra cui Anpi Torino, Gruppo Abele, Cgil Piemonte e Uil Piemonte, vuole richiamare l'attenzione sull'importanza di garantire il diritto alla salute per tutti secondo i principi di universalità, equità, uguaglianza e solidarietà stabiliti dalla legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale e in osservanza dell'articolo 32 della Costituzione: “Quello alla salute - sottolinea il presidente dell'Ordine Guido Giustetto – è l'unico diritto sancito come fondamentale: se non è garantito, a essere messa a repentaglio è anche la libertà. Al momento si fa troppa attenzione alla parola prestazione senza considerare in modo adeguato la cura; la nostra organizzazione ha il compito di tutelare la salute delle persone promuovendo il ruolo sociale della medicina”.
Il richiamo alle istituzioni
L'appello è rivolto principalmente alle istituzioni, Governo e Regione Piemonte in primis, con un'attenzione particolare alla carenza di personale e alle interminabili liste d'attesa e la richiesta di garantire i cambiamenti promessi dal Pnrr come Ospedali e Case di Comunità, l'avanzamento tecnologico, l'assistenza domiciliare e la modernizzazione delle strutture: “Dobbiamo evitare - ha spiegato la presidente del Cipes Nerina Dirindin – che risorse già scarse vengano decurtate perché non allocate tempestivamente e servono informazioni precise sull'avanzamento dei progetti. A preoccupare molto è anche l'aspetto tecnologico: in Piemonte il 41% dei macchinari è obsoleto rispetto al limite del 10% stabilito a livello internazionale”.
Nel frattempo, è stato redatto un altro documento, intitolato “Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico”, contenente le cause e alcune possibili strategie per risolvere la crisi della sanità pubblica.