C'è stato un tempo in cui gli influencer erano fantascienza. Ma pure le pubblicità in televisione. C'è stato un tempo (nemmeno così lontano), in cui la comunicazione - anche quella "commerciale" - si faceva con i manifesti. Disegni, dipinti, pitture che diventavano vere e proprie opere d'arte e di stile. E che arrivate ai giorni nostri, testimoniano di un passato solo apparentemente così diverso dal presente.
Un buon "campionario" di queste comunicazioni, dal 16 al 17 aprile, saranno messe all'incanto da Bolaffi, la nota casa d'aste torinese. E tra i lotti, ci saranno anche rari esemplari tornano sul mercato dopo decenni. Tra i più attesi ci sono manifesti realizzati da Dudovich, Cappiello e Metlicovitz.
Il giorno 16 l'asta si terrà nella Sala Bolaffi, in presenza, mentre il giorno dopo si procederà online.
Complessivamente il catalogo conta su 630 lotti provenienti da prestigiosi conferimenti privati. Alcuni esemplari sono estremamente rari e si trovano per la prima volta sul mercato dopo decenni, portano la firma dei più celebri cartellonisti italiani e stranieri del XX secolo.
Durante la prima sessione d’asta (lotti 1-170) saranno battuti 170 poster, tra cui i più significativi dell’intera vendita e in generale pezzi dalle grandi rarità o scenograficità, mentre nella seconda sessione (lotti 171-630) esemplari dall’appeal contemporaneo.
Proprio il triestino Dudovich, un maestro nel suo genere, è autore di alcuni dei manifesti più significativi: quello per il Cablé Confort Michelin (reintepretando un suo topos già usato per Pirelli e Dunlop, con protagonista il celebre Bibendum), ma anche il cartellone realizzato nel 1908 per la Società Torinese Automobili Elettrici. A dimostrazione che il tema della mobilità elettrica era sulla bocca di tutti ben prima di Tesla o simili.
Leonetto Cappiello è invece in catalogo con le sue pubblicità da manifesto realizzate nel 1921 per Campari, sia per il Bitter sia per il Cordial, le due bevande di punta dell’azienda milanese. Giovanni Maria Mataloni ha invece firmato manifesti per Caffaro, il primo giornale di Genova.
"Questi lavori su carta, vere e proprie opere d’arte nate come multipli per l’affissione a scopo pubblicitario, con il tempo hanno fatto il loro naturale decorso e oggi sopravvivono in pochissimi esemplari, spesso molto più rari di coevi dipinti che invece, per la loro natura intrinseca, sono stati sempre “conservati”. Nonostante questo segmento del collezionismo sia già emerso da anni nel mondo anglosassone, il rapporto prezzo-rarità per i poster è infinitamente ancora a favore del collezionista, con valori decisamente abbordabili. Oggi è ancora possibile acquistare importanti manifesti che testimoniano graficamente momenti cruciali della storia della società del Novecento", commenta Filippo Bolaffi, amministratore delegato di Aste Bolaffi.