Ieri sera, 12 aprile, intorno alle 21, un gruppo di cinque o sei detenuti stranieri esageratamente “alticci” hanno messo fuoco alla quarta sezione del padiglione B del carcere di Torino dando vita ad una sorta di rivolta. Armi rudimentali, bombolette accese, materassi infiammati, neon spaccati e suppellettili vari distrutti.
È stato necessario fare evacuare le quattro sezioni detentive del piano, facendo confluire i detenuti ai cortili passeggio per tutelare l’incolumità fisica di tutti. Solo grazie all’intervento del personale in servizio e di numerose unità di polizia penitenziaria libere e richiamate in servizio, dopo più di tre ore di trattative, i reclusi hanno iniziato a cedere, evitando il peggio. Tre agenti di servizio sono rimasti fortemente coinvolti per intossicazione tanto che si è reso necessario fare intervenire il 118 per condurli al pronto soccorso da dove sono stati dimessi con una prognosi che va dai 6 ai 10 giorni ciascuno.
I sindacati sul piede di guerra. Leo Beneduci dell'Osapp: "Il caos e la perdita dei significati e dei necessari risultati nella detenzione scontata, con particolare riferimento alle carceri di Torino e di Cuneo, sono diventati di tale evidenza e gravità da sconsigliare persino l'allocazione di ulteriori detenuti negli istituti di pena di tale territorio. Altrettanto drammatica e senza rimedio le condizioni di lavoro e i quotidiani rischi del personale di Polizia penitenziaria impegnato, senza organici adeguati, nella nella impari battaglia di contrasto della tossicodipendenza e della malattia mentale interne al sistema nonché nel crescente contrasto con gli interessi delle criminalità organizzate".
Donato Capece (Sappe): "Non si può continuare a restare inerte, a non prendere iniziative a favore delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nelle varie carceri piemontesi. Sconcerta, poi, rivedere le fiamme in carcere a Torino. E’ ancora vivo in tutti noi quel che avvenne il 3 giugno 1989, quando presero fuoco i materassi accatastati e le fiamme aggredirono il braccio femminile. Persero la vita 8 detenute e 2 agenti del penitenziario, Rosetta Sisca e Maria Grazia Casazza. Ed è dunque da delinquenti, da sciagurati ed irresponsabili commettere atti incendi in carcere, proprio a Torino poi…”.