Attualità - 12 maggio 2024, 11:53

Salone, il dolore di Gino Cecchettin: “Giulia, persona buona, simbolo della lotta contro il femminicidio”

Parla il papà della studentessa uccisa a 22 anni: “Da lei ho imparato a essere più gentile”

Il dolore di Gino Cecchettin: “Giulia simbolo della lotta contro il femminicidio”

Il dolore di Gino Cecchettin: “Giulia simbolo della lotta contro il femminicidio”

“Mi fa piacere che siate così tanti. Non lo fate per me lo fate per Giulia. E io voglio dedicare tutto a lei”: così Gino Cecchettin al Salone del Libro di Torino durante la presentazione di 'Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia' scritto con Marco Franzoso.

"Le tante cose non dette, gli abbracci non dati"

“Il libro è nato perché cercavo in tutti i modi un contatto con Giulia - spiega il padre della studentessa uccisa a soli 22 dall’ex fidanzato- Tutti i non detti, tutti gli abbracci non dati, tutto quello che un papà può dare a una figlia e non lo più fare. È stato difficilissimo. Per me un modo per continuare ad avere una vita con mia figlia”. 

“Dove abbiamo sbagliato noi adulti? Perché troppo spesso non riusciamo a intercettare il mondo interiore dei nostri figli? Volevamo che al centro ci fosse l’ascolto della nostra generazione” commenta Franzoso. 

"Il dolore rimane in ogni istante della vita" 

“Il dolore è dolore rimane pervasivo in ogni istante della vita - aggiunge Cecchettin - Sono conscio che la giornata è stata di tanti piccoli momenti. Riesco a scindere quando è il momento di entrare nel dolore e attraversarlo tutto e quando ci si può dedicare ad altro come il lavoro o anche solo un caffè con gli amici”.

“Tutte le persone che mi scrivono mi fanno sentire amato e coccolato. Mi fanno capire quanto Giulia sia arrivata a tutti gli italiani, motivo in più per andare avanti perché sono messaggi di speranza. La vita continua imperterrita nonostante quello che succede. Dobbiamo fare lo sforzo per essere felici anche se succedono disavventure come a me. Ho altri due figli, Elena e Davide e a loro devo garantire un futuro di successo, quindi andiamo avanti e grazie a quelli che sono con me”. 

“Filippo Turetta forse avrebbe trovato un altro amore, più grande. Avrebbe forse potuto trascorrere con il lei il resto della vita e non dove sta ora. Forse questa è la lezione che sta dando Filippo”, ha detto a proposito del ragazzo che ha posto fine alla vita di Giulia.

"La grande naturalezza di Giulia il suo valore aggiunto"

Poi arriva il momento di parlare e di ricolare Giulia: “Aggiungeva valore a tutto con una naturalezza che le era propria, una portatrice di valore aggiunto. Mi sono ispirato a lei per tutto quello che è venuto. Negava la violenza anche quella verbale. Da persona buona è stata il simbolo di una lotta contro il femminicidio. Non accettiamo che venga fatto male alle persone buone”. 

“Da Giulia ho imparato a essere gentile e a esser un po’ meno maschio alfa. Ho imparato molte più cose da lei che lei da me, poi ho imparato il valore del tempo di qualità”.

"Elena, l'altra mia figlia, un essere superiore"

E su cosa invece ha imparato da Elena, l'altra figlia, Giulio Cecchettin risponde: “L’ho sempre definita essere superiore perché non riuscivi a vincere una discussione in casa. Si pone un obiettivo e ci arriva. In questo caso ha analizzato con lucidità quello che è successo alla sorella, parlando di patriarcato, che significa anche limitare la libertà di una donna. A Giulia è stata negata la possibilità di essere libera, Elena ha ragione la sosterrò finché posso”.

Chiara Gallo

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