Cronaca - 17 maggio 2024, 07:14

I "vecchietti terribili" delle truffe online finiscono nella rete della Guardia di Finanza: due arresti

Si tratta di un 70enne e di un 76enne che tramite prestanome e pubblicità ingannevoli sono riusciti a mettere a segno almeno 31 episodi

carta di credito e tastiera

Due persone sono state arrestate per truffe online

Non si placa il fenomeno delle truffe online. Due persone sono stare arrestate dalla Guardia di Finanza di Torino, ritenute responsabili di ben 31 episodi realizzati ai danni di ignari utenti del web. In alcuni casi, in ballo c'erano anche diverse centinaia di euro.

Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, sono scattate dopo alcuni indizi emersi da un'ispezione antiriciclaggio nei confronti di un negozio di money transfer del capoluogo piemontese, durante la quale erano state scoperto numerose operazioni anomale di invio di denaro verso l’estero, effettuate da diversi soggetti, ma di fatto risultate riconducibili a un torinese di 70 anni che ora si trova in carcere. L'uomo - infatti - si avvaleva di persone in stato di bisogno che, dietro compenso, si prestavano a far utilizzare la propria identità per ordinare le operazioni di trasferimento di denaro, mascherandone così il reale esecutore.

Le successive attività d’indagine - condotte anche attraverso l’approfondimento di segnalazioni di operazioni sospette e delle movimentazioni delle carte prepagate utilizzate dall’indagato per ricevere il denaro - facevano emergere una sistematica attività di compimento di truffe on-line, nella maggior parte dei casi consistenti in “truffe del pellet”, per le quali le persone truffate avevano già sporto specifiche denunce su tutto il territorio nazionale.

Le frodi erano avviate con la pubblicazione di annunci di vendita via Internet, sui principali marketplace virtuali, cui seguivano trattative per via telefonica che si concludevano con il pagamento - in buona fede - di somme di denaro da parte dei clienti truffati, i quali solo successivamente si accorgevano che la merce non sarebbe mai stata consegnata.

L’indagato usava sempre nomi falsi che cambiava costantemente e carte di pagamento, rapporti bancari e utenze formalmente appartenenti a soggetti terzi, che le indagini hanno poi consentito di ricollegare a lui.

Il denaro accreditato dai clienti sulle citate carte veniva infine prelevato direttamente dall’indagato presso sportelli bancari e postali torinesi.

I militari hanno così perquisito la casa dell'uomo, sequestrando gli smartphone che venivano usati per queste attività, insieme a carte prepagate (intestate a terzi soggetti), documentazione bancaria, contanti per oltre 6.000 euro ma pure un’agendina contenente i recapiti telefonici di diverse persone, risultate essere formalmente titolari delle carte di pagamento impiegate dall'indagato per canalizzare i proventi della sua attività illecita. Sono state rinvenute anche banconote false da 20 e 50 euro, per un valore totale di 470 euro.

Ma nei guai è finita anche una seconda persona, smascherata da alcune chat presenti nei telefoni: un altro torinese, di 76 anni, in contatto con l’altro arrestato e impegnato anche lui nel commettere truffe on-line usando le stesse modalità. Perquisendo anche l'abitazione di questa persona, sono emersi almeno 23 episodi di truffa a suo carico nei confronti di altrettante vittime, entrate in contatto con l’indagato attraverso annunci pubblicati su internet.

Qui però si andava oltre il pellet: l'uomo millantava di vendere di tutto: da una vecchia utilitaria a piastrelle, ricambi e attrezzi per auto, moto, biciclette, motori marini e batterie acustiche, addirittura racchette da tennis.

redazione

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