Sport - 19 maggio 2024, 19:00

PROGETTO CAMPIONI. Sotto rete: conosciamo Ilenia Moro

Ilenia condivide con noi il suo percorso sportivo

PROGETTO CAMPIONI. Sotto rete: conosciamo Ilenia Moro

Continua l’appuntamento periodico con una nuova rubrica all’interno dei quotidiani del nostro gruppo editoriale Morenews: Progetto Campioni. 

Paola Mascherin ci racconterà i profili dei giovani atleti più interessanti del nord ovest, per provenienza o militanza. 

Oggi conosciamo Ilenia Moro, pallavolista classe 1999 della Wash4green Pinerolo. Ilenia ci racconta i suoi primi passi sotto rete e la sua passione per la pallavolo che coltiva fin da bambina.

 

Ilaria, come ti sei appassionata alla pallavolo?

“Ho tre sorelle maggiori e da piccola le seguivo ovunque e anche a loro piaceva giocare a pallavolo, ovviamente più per divertimento e non per lavoro. Avevo tre anni e un giorno andai con loro in palestra, alla fine guardandole allenarsi mi sono appassionata anche io”,

 

Chi è il tuo idolo e a chi ti ispiri?

“Quando ero piccola dicevo sempre di voler assomigliare a Paola Cardullo, adesso invece non ho un vero e proprio idolo. Non penso neanche di voler assomigliare a qualcuno, credo che ogni giocatore abbia le proprie caratteristiche e sia unico. Un’atleta invece che ammiro molto è Michael Jordan, lui ha fatto la storia e nei suoi confronti nutro una stima che va al di là del campo”.

 

Pensi di essere nata con un talento?

“No. Ho sempre creduto nel lavoro e nella forza di volontà, nel dare tutta me stessa sempre. Ho fatto tanti sacrifici e rinunce importanti. Se sono arrivata fin qui è perché ho lavorato tanto, anzi tantissimo”.

 

Quali sono gli aspetti fondamentali che ritieni necessari per avere successo come atleta?

“Sicuramente il lavoro e la determinazione. Inoltre, credo che bisogna sapersi sacrificare per il proprio sogno, a volte le rinunce sono necessarie. Ma la cosa più importante è la fiducia in se stessi, devi essere tu il primo a crederci”.

 

Come ti prepari mentalmente prima di una partita importante?

“La mia routine parte dal pranzo. Sono molto abitudinaria, infatti, o mangio la pasta in bianco e il petto di pollo, oppure vario con pasta pomodorini e tofu. Poi di solito mi riposo un po’ ascoltando la mia playlist pre partita e inizio a entrare nella mentalità da gara. Non faccio niente di particolare, semplicemente mi concentro senza pensarci troppo altrimenti rischio di farmi prendere dall’ansia”.

 

Come gestisci la pressione durante i momenti critici? 

“Mi reputo una persona molto leggera, infatti cerco sempre di strappare un sorriso. Quando c’è un momento di tensione dove magari siamo in difficoltà cerco sempre di sdrammatizzare con una battuta o una risata. In questo modo con le mie compagne riusciamo a staccare e riorganizzarci, per poi tornare a riconcentrarsi sulla partita con un mood differente”.

 

Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nella tua carriera?

“Credo sia stata la finale di Coppa Italia di A2 quando giocavo ancora a Trento. È stata la mia prima finale importante ed era la prima volta che andavamo a giocarci qualcosa in un palazzetto pieno e così grande. Mi ricordo di essermi trovata un po’ spiazzata, era la prima volta anche per la maggior parte delle mie compagne di squadra ma alla fine poi abbiamo vinto, è stato incredibile”.

 

Come consigli di superare i momenti bui? 

“Credo che per superare un momento difficile bisogna conoscersi al cento per cento e non è ne facile ne scontato. Appoggiarsi alle persone più fidate, magari alla famiglia, a un compagno o a un'amica e confrontarsi è fondamentale. Per me principalmente bisogna focalizzarsi su sé stessi, affrontare le difficoltà e analizzarne la causa, altrimenti è difficile uscirne e questo secondo me è possibile solo guardandosi dentro”.

 

Cosa ti piace di più della pallavolo?

“Ci sono tante cose che mi piacciono, su tutte direi il fatto che sia uno sport di squadra. Nella pallavolo dipendi dagli altri giocatori, passarsi la palla è una regola quindi non puoi fare tutto da solo. Questo aspetto mi stimola molto”.

 

Cosa diresti a chi ha il tuo stesso sogno?

“Di non mollare mai, soprattutto quando si affrontano le difficoltà perché fanno parte del gioco come della vita. Bisogna farsi tanta forza e andare avanti perché poi le soddisfazioni arriveranno e sarete doppiamente felici. Inoltre, secondo me è fondamentale avere fiducia nei compagni di squadra e rimanere uniti per ripartire insieme dopo un momento di difficoltà”.

 

Cosa hai provato quando hai alzato il tuo primo trofeo?

“Ho pianto tantissimo ed ero super emozionata, mi tremavano sia le gambe che le mani. Abbiamo ottenuto un risultato sopra le aspettative e sono molto orgogliosa di ciò e delle mie compagne. Abbiamo raggiunto un traguardo e un obiettivo importante però io l’ho sempre visto come un punto di partenza per poi arrivare più in alto”.

 

Qual è il consiglio più prezioso che hai ricevuto nella tua carriera sportiva e che ti senti di condividere con gli altri?

“Tante giocatrici con più esperienza mi hanno detto di pensare sempre alla palla successiva, di non pensare troppo a ciò che hai fatto e mai a ciò che avresti potuto fare. Poi con gli anni ho imparato la differenza fra vittoria e sconfitta, e come la seconda ti insegni sempre qualcosa. Quando ero piccola e perdevo non ci vedevo niente di buono mentre adesso con l’esperienza ho capito che non è così. Ma il più importante è sapersi rialzare dopo un errore, senza farne un dramma è necessario pensare subito all’azione successiva perché ci saranno sempre le occasioni per rimediare”.

 

Cosa diresti ai giovani che ambiscono a intraprendere una carriera nello sport?

“Farai qualcosa che ami ma non è facile, soprattutto a livello mentale. L’aspetto psicofisico non è da sottovalutare e questo secondo me lo capisci con gli anni e con l’esperienza. Bisogna prendersi cura di se stessi sotto tutti gli aspetti perché il nostro corpo è uno e non si torna indietro”.

 

Cosa ti motiva a continuare a praticare il tuo sport dopo tanti anni?

“Non mi stanca mai il fatto di entrare in palestra e vedere gente motivata a giocare e che ti strappa un sorriso, la pallavolo per me è soprattutto condivisione. Ci sono stati momenti di sconforto in cui ho pensato di mollare tutto e in quel caso la motivazione l’ho ritrovata vedendo le mie compagne che credevano in me. Sono loro a darmi ogni giorno quel qualcosa in più per rimanere e continuare. Sono innamorata di questo sport fin da piccola e poter condividere la mia passione con gli altri non ha prezzo”.

 

Qual è il ricordo più bello della tua carriera?

“Ne ho tantissimi ma uno a cui sono particolarmente affezionata è sicuramente la salvezza con Pinerolo due anni fa. Nessuno se lo aspettava, invece abbiamo vinto in casa di Casalmaggiore e dopo quella partita festeggiammo tantissimo. Quando ho realizzato che eravamo salve mi sono venuti gli occhi lucidi, un'emozione fortissima perché avevamo lavorato sodo tutto l’anno con un sacco di infortuni. È stato un grandissimo orgoglio, sicuramente per me stessa ma soprattutto per quel gruppo e per la società”. 

Paola Mascherin

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