Dopo i Buchi Neri e la Cecità, al Teatro Astra arrivano i Fantasmi. E' questo infatti il tema scelto dal direttore artistico Andrea De Rosa per il cartellone della sua terza (e forse ultima?) stagione alla Fondazione Tpe.
"I fantasmi", spiega De Rosa, "a volte siamo noi, a volte qualcosa che evochiamo. Sono quelle verità in cui crediamo ma che ci sfuggono continuamente". Un tema che il direttore artistico aveva già in testa due anni fa, all'inizio del suo percorso in Tpe. "Quando ho saputo di dover fare un programma per tre anni ho subito capito di non voler tenere le stagioni divise l'una dall'altra, ma di volere una visione comune, triennale. E così dopo i Buchi Neri, e il tema delle verità scientifiche, siamo passati alla Cecità, a quelle realtà che non vogliamo o non possiamo vedere, perfettamente incarnate nel personaggio di Edipo Re. Quest'anno passiamo ai Fantasmi, quelle verità che crediamo di conoscere e invece ci sfuggono, il cui simbolo per eccellenza sarebbe Amleto anche se purtroppo non è tra i titoli in cartellone, ma solo evocato".
In cartellone ventidue spettacoli tematici, di cui quattordici produzioni e cinque prime nazionali. Con il ritorno dell'Edipo Re con regia di De Rosa, già presentato lo scorso anno e che dopo la nuova tappa all'Astra partirà in tournèe.
Una stagione che si presenta promettente ma anche ambiziosa: l'obiettivo è infatti migliorare gli ottimi risultati ottenuti negli ultimi due anni, che hanno visto "una crescita del pubblico del 16%, in particolare con un significativo aumento degli abbonamenti nella fascia tra i 20 e i 29 anni e tra i 30 e i 39", come ha spiegato la presidente Maddalena Bumma.
Il cartellone
Tutti gli spettacoli sono sul tema dei Fantasmi. E, come l'anno scorso con Cecità, anche quest'anno De Rosa ha chiesto ai vari registi di spiegare chi o cosa, nei loro spettacoli, è il fantasma. Parte proprio De Rosa, spiegando che i fantasmi nascondono verità che, per essere afferrate, "hanno bisogno del buio della notte che tanto somiglia a quello del palcoscenico. Immersi nelle tenebre, i Fantasmi ci parlano. Ci sono, ma allo stesso tempo mancano. Spesso ci spaventano e l'unico modo per farli sparire è accendere la luce".
Sono interiori i fantasmi di Animali selvatici di Paola Rota, cha partendo da Ibsen parla di verità e menzogna in ambito famigliare, lo sono quelli di Note a margine della Compagnia i Gordi che affronta il fantasma più classico di tutti, la perdita e l’elaborazione del lutto, lo sono l’amore e l’abbandono affrontati da Pinocchio messo in scena dal Teatro del Carretto, personalissima è la ricerca della protagonista de La vegetariana di Daria Deflorian, dal romanzo di Han Kang, che improvvisamente sceglie di privarsi di tutto e interiore è la follia, protagonista de La pulce nell’orecchio con la regia di Carmelo Rifici. Anche Barbara Altissimo in Accanto è alla ricerca del proprio fantasma e invita lo spettatore a fare altrettanto, come Thea Dellavalle fa in Too Late di Jon Fosse che, facendo rivivere Nora, la protagonista di Casa di bambola di Ibsen, indaga sui rapporti oscuri e le fratture della vita di quel memorabile personaggio.
Ma i fantasmi possono essere anche quelli che appaiono fuori di noi. Nel mondo globalizzato nel quale viviamo, ci ritroviamo sempre di più di fronte a fenomeni che ci spaventano e che continuiamo a fissare con la paura e forse con il segreto timore che non riusciremo mai a farli sparire del tutto: le guerre, le persecuzioni, la violenza, la crisi climatica. Il risveglio di Pippo Delbono, spettacolo che inaugura la Stagione e chiude il Festival delle Colline Torinesi, racconta del risveglio collettivo post covid e del necessario ritrovamento di uno spirito partecipativo e rivoluzionario. Un triste argomento di dibattito pubblico viene trattato da Ashkan Khatibi nel suo Le mie tre sorelle, che trae ispirazione dalla vita di una combattente per la libertà iraniana; altrettanto tristi sono le acque del Mediterraneo, scenario dove si muove Naufraghi senza volto di Renato Sarti e lo sono il colonialismo, l’imperialismo e i genocidi che tracciano il percorso del Polittico dell’Infamia di Anagoor.
Ma nella stagione teatrale del Tpe compaiono anche Fantasmi veri, personaggi del teatro e della letteratura che permangono come spettri nell’immaginario culturale collettivo. C’è Orlando, con la regia di Andrea De Rosa che, a partire dal celebre personaggio del romanzo di Virginia Woolf, in grado di superare gli steccati dello spazio e del tempo con la sola forza dell’immaginazione e della letteratura, affronta la fondamentale tematica dell’identità, c’è La signora delle camelie, protagonista del romanzo di Dumas figlio, riportata in scena dalla giovane promessa della regia contemporanea Giovanni Ortoleva. C’è il Faust affrontato da un’altra giovane e consolidata rivelazione della regia, Leonardo Manzan, che si confronta con l’immenso testo di Goethe, c’è Casanova, che Fabio Condemi riporta in vita attraverso una vera e propria miniera teatrale ricca di spunti storici, ci sono Pier Paolo Pasolini e Aldo Moro che Fabrizio Gifuni mette in scena con I fantasmi della nostra storia, due spettacoli dedicati a due personaggi della storia italiana che tornano, periodicamente, a far sentire la propria voce, proprio come fanno gli spettri. Ci sono le eroine di Giovanni Testori che Sandro Lombardi fa riemergere dalla morte per raccontarsi e piangere in Erodiàs e Mater strangosciàs. Al giovanissimo Paolo Costantini, alla sua prima esperienza produttiva, è affidata la regia di Giovanna d’Arco, rivoluzionaria e femminista d’altri tempi ma quanto mai contemporanea, infine Barletti/Waas mettono in scena L’ultima parola, un vero e proprio duello tra i grandi maestri del teatro, Samuel Beckett e Peter Handke.
INFO: Teatro Astra, via Rosolino Pilo, www.fondazionetpe.it