Cultura e spettacoli - 22 luglio 2024, 07:13

Torino è la prima città italiana della fotografia? Le Gallerie d'Italia dicono "sì"

Michele Coppola: "Negli ultimi anni c’è stato uno sforzo corale per consentire che ciò avvenisse"

Torino è la prima città italiana della fotografia? Le Gallerie d'Italia dicono "sì"

Torino è la prima città italiana della fotografia? Le Gallerie d'Italia dicono "sì"

Torino è la prima città italiana della fotografia? Secondo le Gallerie d'Italia non ci sono dubbi. 

Aperte da due anni hanno portato grandi nomi della fotografia nazionale e internazionale in mostra nelle sede di piazza San Carlo, da Steve McCurry a Mimmo Jodice. Hanno collaborato per la nascita di Camera e per ai diversi festival fotografici in città, oltre che alle altre realtà come il Castello di Rivoli e il Museo Egizio. Il tutto in un'ottica di rendere sempre più centrale la fotografia nelle proposte culturali della città.  

"Negli ultimi anni c’è stato uno sforzo corale per consentire a Torino di essere la più importante città italiana per la fotografia - spiega Michele Coppola, direttore di Gallerie d'Italia -. La città ha conquistato una centralità e un’attenzione per qualità dei progetti, per gli interlocutori coinvolti e per l’insieme delle volontà e dei soggetti determinati nell’ottenere quel riconoscimento attorno alla fotografia che la città merita e si è conquistata".

E il pubblico cosa ne pensa? 

"Guardando alle Gallerie d’Italia credo che il risultato sia andato oltre le aspettative, pare che siano aperte da dieci anni, e non da 24 mesi. Il numero dei progetti e l’ampiezza degli argomenti approfonditi fa sì che la curiosità ottenuta sia massima. Credo sia maturata una consapevolezza del valore della fotografia per affrontare le grandi domande dell’oggi".

In questo senso si continuerà a fare rete tra le varie realtà locali che si occupano di fotografia? 

"Sin dal principio abbiamo lavorato insieme a interlocutori nazionali e internazionali. Pensiamo alla mostra collaborazione con National Geographic, al Museo Egizio, al Salone del Libro, ad Artissima, al Torino Film Festival, a Camera. Per dna siamo obbligati a lavorare con gli altri per offrire la vetrina di piazza San Carlo a interlocutori che magari non sono in centro. I risultati e le richieste che riceviamo ci obbligano a farlo".

 

Chiara Gallo

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