Si chiama “Murmur” l’ultimo progetto filmico della regista e artista visiva torinse, Irene Dionisio, con la voce dell’attrice Isabella Ragonese. È un omaggio al Bellaria Film Festival, storico festival di cinema indipendente, fondato da Enrico Ghezzi e ora diretto da Daniela Persico.
Sarà presentato proprio all’interno della quarantatreesima edizione della rassegna, sabato 10 maggio alle 21 al Cinema Astra - Sala Hera, in occasione del talk con Isabella Ragonese: insieme a Dionisio, moderata da Daniela Persico, Ragonese per l’occasione ripercorre il suo percorso cinematografico, a partire dagli spunti e riflessioni del drammaturgo Anton Čechov. Poi, la presentazione di questo progetto speciale nato per l'occasione.
“Murmur” è un corto inedito d’archivio: vuole essere un omaggio a una visione libera ed artigiana dell’arte di cui Bellaria è, da sempre, custode. Il film è prodotto da Fondazione Home Movies con I Cammelli, in collaborazione con 8emezzo - Archivio di Livorno.
Segue il volo reale e metaforico di un gabbiano, attraverso lo sguardo di una figura femminile - sospesa in un tempo indefinito- che ne indaga le meccaniche fisiche e divine. È l’attrice Isabella Ragonese a dare voce agli interrogativi che animano il corto, a partire dalla libera rielaborazione del celebre monologo di Nina de "Il gabbiano" di Anton Čechov.
Irene Dionisio è, nella cornice del Bellaria, anche membro della giuria del concorso “La natura ci guarda” e parteciperà, con Domizia De Rosa, presidente di WIFTMI - Women in Film, Television & Media Italia, e le altre registe del festival alla masterclass & talk “Onde anomale: quali sguardi e quali spazi per le autrici?” (sabato 10 alle 10 al Palazzo del Turismo).
Sul senso del progetto filmico, Irene Dionisio spiega: «Da sempre il Bellaria è stato custode di un cinema artigiano, di ricerca e di cesura. Un cinema che preserva la biodiversità degli sguardi registici e l’intelligenza di quella degli spettatori. E’ stato naturale e spontaneo arrivare alla creazione di questo piccolo omaggio».
La curatrice del progetto Giulia Simi aggiunge: «Irene Dionisio ci apre a uno sguardo dell'attenzione, del respiro, della cura. Dai corpi minuti ai vasti paesaggi, Murmur è un'elegia per la libertà del cinema e dell'arte che può – e forse deve – ripartire dalle immagini della memoria, dai ritrovamenti d'archivio, dalla capacità del passato di farsi presenza. Dispiegare le ali come i gabbiani per ritrovare l'incanto dell'immagine e della vita».