La filiera dell'automotive torinese (e piemontese) rischia di perdere i pezzi. Lo dice l'ultima edizione dell'Osservatorio sulle Trasformazioni dell'ecosistema automotive italiano promosso da Motus-E e Università Ca' Foscari di Venezia.
I dati, presentati questo pomeriggio al Grattacielo della Regione, mostrano come da qui al 2027 il 29,3% delle aziende piemontesi intendono sviluppare nuovi prodotti per la filiera dell'auto, una cifra simile a quella della Lombardia, anche se inferiore al dato nazionale (31%). Sono invece il 18,2% quelle che apporteranno innovazioni nei processi.
Ma preoccupa di più quel 52,1% che dice il contrario: non investirà in nuovi prodotti in questo triennio. Molti di più che nel resto d'Italia (48,1%). Mentre il 57,7% non farà cambiamenti nei processi.
Chi investe (e chi no)
Tra coloro che intendono investire, il 66,7% delle imprese piemontesi lo farà in componenti che non si differenziano tra le diverse tipologie di auto. Mentre il 6,2% lo farà in ingegneria e design, il 3,4% in software. Il 10% sarà legato a modelli a combustione interna (benzina o diesel), mentre il 13,7% in auto elettriche.
Chi abbandona la filiera
Ma l'aspetto che forse spaventa di più è quello dei rischi legati a questa variazione rivoluzionaria nel mondo a quattro ruote: sono addirittura il 6,3% le aziende che pensano di abbandonare la filiera, in seguito alla transizione. Mentre sono il 9,4% coloro che ritengono che con questa transizione diventerà obsoleta la totalità dei prodotti.
Tra coloro che intendono abbandonare il settore, il 50% è rappresentato da micro imprese, il 45% è un fornitore e il 35% opera nell'aftermarket (ricambi e manutenzione, insomma).
Effetti sui posti di lavoro
Gli effetti sull'occupazione sono una conseguenza quasi automatica: si prevedono cali del 5,4% tra coloro che non investiranno e del 2% tra coloro che non investiranno in innovazioni legate all'elettrico.
Andamento opposto, invece, tra coloro che contano di investire: si stima una crescita dell'occupazione del 2,3% tra chi si orienterà verso i nuovi parametri produttivi.
"L'indagine conferma che le imprese più innovative affrontano meglio la transizione dell’automotive - ha detto Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività produttive - In questa ottica, c'è il sostegno della Regione verso questa evoluzione, attraverso misure concrete su innovazione, accesso al credito, formazione e attrazione di investimenti, identificate con l’obiettivo di rafforzare la filiera, incentivare l’occupazione e garantire competitività al sistema produttivo piemontese".