La fotografia è nitida e parla chiaro: un uomo, un nordafricano secondo il racconto dell'autore della foto, si fionda dentro a un cassonetto dell'immondizia di via Ozegna, nel cuore del quartiere Barriera di Milano, L'obiettivo è rovistare tra i rifiuti, anche con il rischio di farsi male, per trovare cianfrusaglie o vestiti da rivendere in uno dei tanti suk improvvisati di zona. È una scena ormai abituale, raccontano i residenti, in un’area che da tempo è teatro di degrado, microcriminalità e spaccio a cielo aperto.
"Ecco cosa vediamo dai balconi"
“Quello che trova - racconta l'autore -, lo porta a vendere nei giardinetti di largo Giulio Cesare o in quelli della mutua, in via Montanaro. Intorno a lui bambini che giocano, mentre lo spaccio continua senza sosta. Qui è normale vendere droga davanti ai passeggini, anche alla luce del sole”. Il clima è di esasperazione. Barriera di Milano, da sempre quartiere popolare e multietnico, vive una situazione di profondo disagio, dove i confini tra marginalità, dipendenze e delinquenza si sovrappongono e rendono ogni intervento più difficile. I giardini, invece di essere spazi di gioco per i più piccoli, si trasformano spesso in piazze di spaccio o rifugi per chi vive in condizioni estreme.
Un problema noto
Le segnalazioni da parte dei cittadini non si contano più. Tra chi chiede presidi a tappeto e chi prega perché qualcosa cambi. Specie dopo l'omicidio di un 19enne in via Monte Rosa, l'ultima atrocità.
“Non possiamo più fare finta di niente - prosegue il residente -, questi spacciatori sono sempre gli stessi, e nessuno li ferma. La gente ha paura, soprattutto chi ha figli piccoli. Non si può vivere in un quartiere dove la normalità è vedere gente bucarsi accanto a un’altalena”.