Cronaca - 08 maggio 2025, 17:20

La procura chiede 37 anni per 10 No Tav, ma i giudici ordinano di correggere i capi d'accusa

La causa è stata aggiornata a luglio

Foto di archivio di una protesta No Tav

Foto di archivio di una protesta No Tav

Dieci condanne per un totale di 37 anni e mezzo di carcere sono stati chiesti oggi dalla Procura di Torino per altrettanti No Tav in un processo per episodi avvenuti in Valle di Susa il 24 luglio 2020 durante un parapiglia con le forze dell'ordine. Il tribunale - come riporta l'agenzia di stampa Ansa - anziché pronunciare la sentenza, ha ordinato la correzione dei capi d'accusa per una ricostruzione più esatta di quanto accaduto.

La causa è stata quindi aggiornata a luglio. Uno dei fatti al vaglio dei giudici riguarda il ferimento di un dirigente di polizia, Gianmaria Sertorio, oggi Questore ad Aosta, che fu colpito alla testa da un lungo palo.

 Il 24 luglio 2020 le forze dell'ordine intervennero per rimuovere delle barricate posizionate dai No Tav su un sentiero nelle vicinanze del cantiere di Chiomonte. Gli attivisti si opposero e, oggi, uno degli imputati ha spiegato che si erano convinti che in realtà l'obiettivo fosse sgomberare un presidio nella zona chiamata 'Dei Mulini'. Il palo era stato portato da un dimostrante con l'obiettivo - è stato spiegato - di collocarlo in terra per tracciare una sorta di linea divisoria davanti al cordone degli agenti in tenuta antisommossa che fronteggiavano i No Tav. Nei filmati si nota che fu impugnato da un funzionario di polizia e, nello stesso momento, da una mezza dozzina di manifestanti. 

Ne nacque una sorta di 'tira e molla' durante il quale i No Tav, nel tentativo di recuperare il palo, innescarono quello che la procura ha definito "un movimento rotatorio". Il palo cadde di lato e colpì, oltre a Sertorio, un commissario di polizia (il quale si è costituito parte civile). Le difese hanno sostenuto che si trattò di un incidente non voluto mentre l'accusa ha parlato di "atteggiamento aggressivo", di "logica di contrapposizione" e di "accettazione del rischio". Per otto imputati le pene proposte dalla Procura variavano dai 4 anni e 4 mesi, ai 3 anni e 3 mesi di reclusione. La modifica dei capi di imputazione, secondo quanto è trapelato, riguarda non i singoli episodi e le singole condotte, ma le ragioni per le quali si erano mobilitati i No Tav.

redazione

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