Cronaca - 09 maggio 2025, 17:03

Sicurezza a Barriera di Milano, il sindacato SIULP: "Non bastano le forze dell'ordine, il problema è l'impunità" [VIDEO INTERVISTA]

Al Podcast a Domicilio il segretario provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, Eugenio Bravo, che critica Lo Russo: "Non è vero che la sicurezza non compete al sindaco"

Il segretario provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (SIULP), Eugenio Bravo

Il segretario provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (SIULP), Eugenio Bravo

"Non bastano le forze dell'ordine". Lo ripete con decisione il segretario provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (SIULP), Eugenio Bravo, intervistato da Podcast a Domicilio di DixTV.

Il riferimento in particolare è sui fatti di Barriera di Milano dell'ultima settimana, dove il senso di insicurezza cresce tra i residenti in seguito all'omicidio del 19enne Mamoud Diane e ad altri due accoltellamenti nel giro di tre giorni. "Più controlli della polizia - ha chiesto a Prefettura e Questura il sindaco Stefano Lo Russo - la rigenerazione urbana da sola non basta". Ma Bravo, già ai ferri corti col sindaco in seguito alle vicende di Askatasuna, non ci sta e risponde: "Per quanto si voglia potenziare le forze dell'ordine, non è che se mettiamo 500 poliziotti a Barriera di Milano risolviamo il problema".

"Non bastano solo le forze dell'ordine - ripete con decisione Bravo -. Lo sto dicendo da un po' di tempo, inascoltato". Il problema, secondo il sindacato di polizia, è l'impunità. Chiede la certezza della pena, che oggi non è garantita per colpa - secondo l'intervistato - di pene e riti alternativi, patteggiamenti, carceri piene e insufficienti. "Devono essere comunque pene che superano i tre anni. Molto spesso queste pene anche del furto, anche della truffa, anche delle aggressioni sono tutte sotto i tre e quattro anni. Queste persone in carcere non ci vanno ma non vengono neanche messi in modo tale da non nuocere più. Spesso al termine del procedimento sono di nuovo liberi di poter delinquere".

Poi, senza voler passare per razzista, ragiona sui numeri. "Gli immigrati irregolari incidono per il 30-35%, essendo in tutto l'8%. Abbiamo un serio problema di immigrazione irregolare". Tocca poi il tema delle espulsioni, difficili da eseguire non per la mancanza di accordi bilaterali, come riportano alcuni, ma per l'insufficienza del numero di Commissioni territoriali, solo 20 a fronte di migliaia di richieste, poi la carenza di organico della polizia degli uffici immigrazione e pochi Centri per il Rimpatrio. Poi, come spiegato da Bravo, il fatto che sia necessario passare da 5 organi istituzionali diversi prima di decidere una pratica di rimpatrio.

"Rimpatriare sarebbe un forte deterrente - aggiunge - per quelli che vogliono venire in Italia. C'è tutto un sistema di regole che secondo il mio punto di vista non è più funzionale alla società attuale, non è più storicamente attuale per le condizioni di sicurezza che richiedono i cittadini. Che come minimo potrebbe essere semplicemente quello che se mia figlia esce di sera da casa e vuole andare a ballare, io non devo vivere il patema d'animo perché ho paura che mia figlia possa essere poi violentata o aggredita".

In conclusione, torna sulle responsabilità del sindaco Lo Russo. "Non è vero che non può fare niente per la sicurezza e che non gli compete. È chiaro che prioritariamente compete al Questore. Ma anche il sindaco, in quanto ufficiale di Governo, ha la possibilità di intervenire con provvedimenti contingibili per migliorare, per aiutare quantomeno o dare qualche segnale di risoluzione a un problema criminale. Ma il sindaco invece ha la pessima abitudine di scaricare la responsabilità solo ed esclusivamente al Questore. È importante che il sindaco capisca che ha le sue responsabilità".

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Francesco Capuano

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