Economia e lavoro - 14 maggio 2025, 11:04

Mercati generali e legalità, al Caat è conto alla rovescia contro chi fa il furbo (e si può denunciare con un qr-code)

Dibatti su lavoratori irregolari e rischio infiltrazioni criminali, nella tavola rotonda con aziende e sindacati. Galliati: “Dove c’è un sistema complesso ci sono rischi, che vogliamo contrastare“. Bellono (Cgil): “Ambito in cui è difficile entrare, ma siamo a disposizione”

Legalità e sicurezza sul lavoro. Vuole diventare questo uno dei prodotti “tipici” del Caat, il Centro agro alimentare di Torino, che alle porte della città ha raccolto l’eredità dei mercati generali e ancora oggi rappresenta lo snodo di frutta e verdura sul territorio.

Un micro-mondo popolato da circa 5000 persone e che opera soprattutto di notte. Un universo con aree di rischio verso chi “gioca una partita con regole diverse”. Per tenere accesi i riflettori, i vertici del Caat si confrontano con aziende, sindacati e istituzioni.

“Legalità e sicurezza vanno di pari passo perché dove c’è illegalità e ci sono infiltrazioni non c’è rispetto delle regole. Inoltre, questo porta grandi danni economici perché vanno a costituirsi situazioni di concorrenza sleale molto grave”, dice la vicesindaco Michela Favaro. “Il Caat, così come tutto il mondo della logistica, spesso rappresentano la porta d’ingresso di lavoratori fragili, con difficoltà sociali e barriere linguistiche - prosegue - ecco perché è importante partire da questa realtà”.

Sistema complesso e criticità 

Dove c’è un sistema complesso possono emergere criticità che rischiano di minare la situazione, ma noi da tempo stiamo supportando i passi in avanti in questa direzione- dice Fabrizio Galliati, presidente del Centro agroalimentare di Torino -. Ci sono strumenti però che possono creare un ambiente in cui il rispetto delle regole sia condiviso e motore di convivenza per tutti. Un percorso che passa innanzitutto dalla formazione, che ci permette di conoscere limiti, regole e possibilità di agire”.

“Come Caat - prosegue Galliati - abbiamo il potere di controllare la regolarità di tutti coloro che operano nella nostra realtà. Abbiamo reso obbligatorio in maniera graduale le garanzie e le certificazioni che entro un anno dovranno essere completate. Non andremo a litigare, ma nello spirito esercitato fin qui confidiamo che tutti si metteranno in regola”.

“C’è anche un nuovo strumento di segnalazione delle irregolarità - prosegue - anche se è necessario fornire situazioni puntuali. Lo stiamo diffondendo con volantini in più lingue, spiegando come fare a segnalare lavoratori irregolari o richieste illecite di denaro. Speriamo, man mano, che non ce ne sia più bisogno”, conclude.

La rete della legalità 

Anche a livello imprenditoriale ci sono iniziative che si stanno muovendo su questo campo. “Da anni cerchiamo di fornire strumenti e codici etici per le aziende del settore - dice Enzo Pompilio D’Alicandro, coordinatore della Consulta per la legalità della Camera di Commercio di Torino - ma il primo passo è costruire una rete di legalità, che si opponga a quella della criminalità organizzata“. “Quando da un episodio si riesce a dedurre l’esistenza di un fenomeno - prosegue - la segnalazione arriva a chi di dovere e che può agire. Con tante riunioni, è stato possibile individuare settori sensibili, come possono essere agricoltura, logistica e autostrasporto”.

Terreno difficile per il sindacato

Sul tema anche i sindacati sono in prima linea. Come sa bene Federico Bellono, segretario generale Cgil Torino. “Il tema della legalità non risparmia nessun ambito, anche se in alcuni è più sentito che altrove. Ma i mercati generali sono un ambito tradizionalmente ostile a una rappresentanza sindacale diffusa. Non è un terreno facile, ma noi siamo a disposizione: a volte è difficile anche solo quantificare le persone che lavorano in una filiera così complessa e differenziata”.

 “A nostro giudizio  in questi anni il lavoro illegale si è  esteso, il sistema è più infiltrabile - prosegue Bellono -. A breve, dopo un lunghissimo confronto, dovremmo arrivare ad un protocollo sugli appalti con il Comune di Torino, che può essere esteso alle società controllate. Una è il Caat. Per garantire i lavoratori - che sono l'anello debole - ma anche le imprese sane contro la concorrenza sleale. E le cooperative sono spesso uno dei soggetti più sfuggenti."

Massimiliano Sciullo

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