Iveco procede lungo il cammino di uno spin off per separare le attività legate alla Difesa. La conferma è arrivata in occasione della presentazione dei conti della trimestrale. "A seguito della valutazione di dettaglio annunciata il 7 febbraio scorso il Consiglio di Amministrazione d Iveco ha deciso di "procedere con la separazione del business Defence del Gruppo attraverso uno spin-off - ha annunciato ceo, Olof Persson -. Ci si aspetta che questo avvenga entro il 2025, subordinatamente alla necessaria approvazione del Consiglio e degli Azionisti di Iveco Group (nonché dei Consigli delle altre società del Gruppo coinvolte) e alle necessarie approvazioni di legge".
Intanto, c'è già chi si è dimostrato interessato all'acquisto. "Iveco Group ha recentemente ricevuto alcune preliminari manifestazioni di interesse per il business Defence da parte di potenziali acquirenti strategici - ha aggiunto Persson -. Il Consiglio ha pertanto dato mandato al management di proseguire le attività preparatorie allo spin-off, mentre esplora tali interessi preliminari".
Quanto ai numeri, nel primo trimestre Iveco ha conseguito un utile netto pari a 84 milioni di euro in calo del 69% con risultato diluito per azione adjusted pari a 0,31 euro (0,57 euro nel primo trimestre 2024). I Ricavi consolidati sono stati pari a 3.026 milioni di euro rispetto a 3.367 milioni di euro nel primo trimestre 2024. L'Ebit adjusted e' stato pari a 152 milioni di euro rispetto a 233 milioni di euro nel primo trimestre 2024 con un margine del 5,0% (6,9% nel primo trimestre 2024).
Una decisione, quella dello spin off, che ha subito generato reazioni tra i sindacati. "La decisione di Iveco di procedere allo spin-off della Defence suscita forte preoccupazione
in quanto potrebbe indebolire il gruppo. Ribadiamo quindi la richiesta di attivare un confronto in sede ministeriale per conoscere tutti i dettagli dell'operazione, soprattutto
anche per le eventuali ricadute prospettiche in termini di tenuta occupazionale ed indebolimento industriale. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy convochi presto le Parti, senza sottovalutare l’importanza della vicenda", dicono gli esponenti di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr.