"Sto cercando di dimenticare. Per me è stato un trauma non indifferente". Ha spiegato così oggi al tribunale di Torino - secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa Ansa - le imprecisioni nei suoi ricordi uno dei testimoni diretti del crollo della gru del 18 dicembre 2021 in via Genova, costato la vita a tre operai.
L'uomo, geometra e capocantiere, si trovava sul posto e ha anche cercato di prestare i primi soccorsi, ma le dichiarazioni che ha reso oggi in aula, su richiesta del pm Giorgio Nicola, non sono state sempre coincidenti con quelle che rilasciò durante le indagini.
"Ero proprio sotto il braccio della gru - ha detto - che era stato appena finito di montare. Ho visto un collega che urlava 'scappa scappa', poi ho notato il braccio dell'autogru piegarsi su se stesso fino a spezzarsi. C'è stata una fuoriuscita d'olio pazzesca, poi un gran rumore. La torre edile era ancora stabile, ma una frazione di secondo dopo è venuta giù con tutto il resto. Mi sono allontanato, ma appena è stato possibile sono tornato indietro. Ho cercato di soccorrere i ragazzi: ce n'era uno che ancora respirava. Gli dicevo 'non morire, non morire'".
Al processo sono imputate cinque persone, tre delle quali responsabili o ex responsabili delle ditte interessate, per disastro e cooperazione in omicidio colposo. Il testimone ha risposto anche a domande su come fu approntato il cantiere nei giorni precedenti.