Economia e lavoro - 24 maggio 2025, 09:58

Lidl, è rottura sul contratto integrativo: anche a Torino i lavoratori scendono in piazza. "Adesione al 99%. Tre punti vendita chiusi" [FOTO]

Le maggiori distanze tra l'azienda e le rappresentanze di Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS riguardano l'aumento economico e i carichi di lavoro

Sciopero dei lavoratori della Lidl a Torino

Sciopero dei lavoratori della Lidl a Torino

Alta adesione per lo sciopero dei dipendenti Lidl che hanno organizzato a Torino (come nel resto del Paese) una protesta dopo l'esito negativo delle trattative con l'azienda. In particolare, Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS dichiarano un'adesione che arriva al 99% in 37 negozi. I punti vendita di via Monfalcone, corso Traiano e via Germonio sono chiusi. "E' la dimostrazione di una grande attenzione  da parte delle lavoratrici e dei  lavoratori, che chiedono di  lavorare in condizioni  dignitose. Chiedono riconoscimenti economici in considerazione del fatto che l'azienda fattura milioni  di utili grazie al  loro contribuito", dice Stefania Zullo, della Fisascat Cisl Torino.

La vertenza è nata a seguito dell'incontro che si è tenuto lo scorso 14 maggio a Bologna con la direzione di LIDL Italia per negoziare il Contratto Integrativo Aziendale. Le segreterie nazionali di Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS hanno valutato complessivamente insoddisfacenti le proposte dell'impresa e dichiarato conseguentemente lo stato di agitazione. A distanza di due mesi dalla prima proposta di LIDL sulla parte economica (incontro del 14 marzo 2025), giudicata del tutto insufficiente dalle federazioni nazionali e dalle delegazioni, in cui l'impresa aveva offerto 200 euro di buoni spesa, nell'ultimo incontro la delegazione aziendale ha aggiunto ulteriori 100 euro in buoni spesa, oltre a proporre 100 euro lordi di una tantum che avrebbe erogato appunto una sola volta in busta paga qualora si fosse firmato l'integrativo.

Per Filcams, Fisascat e Uiltucs questa proposta "non risponde alle richieste avanzate nel corso del lungo negoziato e non corrisponde alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori. Abbiamo chiesto un valore economico apprezzabile, tenuto conto dell'andamento economico di LIDL Italia, caratterizzato nel corso degli anni da crescita sostenuta del fatturato (LIDL Italia ha un fatturato di oltre 7 miliardi), da ampliamento della quota di mercato nell'ambito della grande distribuzione e soprattutto da utili di bilancio rilevanti (negli ultimi 5 anni di bilancio presentati l'utile ante imposte di LIDL è stato di 1,3 miliardi di euro circa)".

"Le lavoratrici e i lavoratori di LIDL siano i protagonisti principali di questi risultati e meritino la redistribuzione di parte degli utili che l'azienda fa ogni anno - proseguono -. A tal fine abbiamo proposto più soluzioni che permettessero di erogare maggior salario ai dipendenti: contrattare un salario variabile che al raggiungimento di obiettivi condivisi erogasse un premio di risultato, la determinazione di una parte di salario fisso aggiuntivo da erogare tutti i mesi in busta paga, il riconoscimento di buoni pasto. Nessuna di queste opzioni, che potevano essere alternative o integrative tra loro, è stata presa in considerazione da LIDL".

Ma accanto alla parte economica, anche l'organizzazione del lavoro è finita nel mirino dei sindacati. "Le problematiche maggiori riguardano carichi di lavoro, la programmazione e la certezza degli orari di lavoro, in un'azienda in cui circa il 75% del personale complessivo ha contratti part-time. Mancano schemi e turni orari predefiniti, programmati e certi. L'attuale gestione degli orari di lavoro dei part time non risponde dal nostro punto di vista allo spirito del dettato normativo e contrattuale".

Massimiliano Sciullo

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