Nell'ultimo confronto tra i candidati rettori alla guida dell'Università di Torino, organizzato dall'Ateneo nell'aula magna della Cavallerizza, a fare la differenza sono pochi particolari.
Il voto in programma il 28-29 maggio
Siamo a due giorni dal voto, che si terrà il 28 e il 29 maggio (eventuale secondo turno l'11-12 giugno ed eventuale ballottaggio il 25-26 giugno) e vedrà interessati docenti, ricercatori, rappresentanti degli studenti e personale tecnico amministrativo, col voto di questi ultimi che varrà soltanto 0,2 punti. La scelta ricadrà tra Raffaele Caterina (professore di diritto privato), Cristina Prandi (chimica organica) e Laura Scomparin (procedura penale).
A fare la differenza, più che le posizioni, potrebbero essere anche i candidati prorettori, quasi obbligatoriamente di provenienza opposta rispetto al rettore, per raggiungere più dipartimenti possibile. Ed ecco che entrano in gioco Paola Sacchi, candidata con Caterina e professoressa di veterinaria; Gianluca Cuniberti, candidato con Prandi e professore di storia, oltre a Luca Brazzi, anestesiologo che corre con Scomparin.
Il ruolo dei prorettori
Nel confronto, dove Caterina, Prandi e Scomparin avevano tre minuti a testa per rispondere alle domande, parte del tempo poteva essere lasciato al proprio numero due. Quello che ha avuto più spazio è stato decisamente Cuniberti, mentre Sacchi non è mai stata interpellata da Caterina, neanche in merito a gender gap e politiche di inclusione femminile.
Sui vari temi - internazionalizzazione dell'Ateneo, benessere dei lavoratori, precariato, diritto allo studio - a indirizzare le critiche maggiori all'operato dell'uscente Stefano Geuna è stata la gestione delle mobilitazioni studentesche.
Tutti concordi nell'attaccare Geuna
Tutti e tre i candidati hanno concordato che, durante un'occupazione lunga come quella di un anno fa, il Rettore deve farsi vedere e dialogare con gli studenti, ma anche che la discussione deve essere internalizzata, fornendo spazi, spunti e momenti per fare dialogare studenti, docenti e istituzioni.
"Dico sempre - ha risposto Scomparin - che una rettrice deve esserci prima, durante e sempre. Esserci prima significa che dobbiamo dare all'interno dell'Università gli spazi per discuterne. Esserci sempre significa che la rettrice deve andare nei luoghi del conflitto: è uno degli strumenti con cui riesci a portare equilibrio tra i due diritti dello studio e della libera manifestazione del pensiero".
Ancora più duro Caterina: "Nelle ultime occasioni abbiamo assistito a una fuga e al silenzio di molte settimane dell'ateneo. Questa fuga non deve esserci più. Deve esserci uno sforzo preventivo di provare a assorbire gli scontri nelle nostre discussioni. Poi la presenza e la negoziazione: l'assenza vistosa del rettore non crea le premesse perché il rettore possa interagire con gli occupanti. Non so cosa avrei fatto esattamente ma so dove sarei stato: il rettore deve essere lì".
"Contenere dentro le istituzioni il dibattito - ha spiegato Cuniberti - significa dare più valore alle rappresentanze studentesche e che quel dibattito venga contenuto nelle istituzioni". Prandi è l'unica che, oltre a ribadire la necessità della presenza del rettore, ha difeso con più fermezza il diritto degli studenti a frequentare l'Università senza farsi fermare dalle occupazioni: "L'impegno principale del Rettore è quello della presenza ed esserci sempre ad affrontare le situazioni di difficoltà. Se io sarò Rettrice il mio compito sarà di difendere il diritto di accesso all'università e di assistere alle lezioni".
Le differenze emergono solo alla fine
L'unica vera e propria stoccata arriva al momento dell'appello al voto, da parte di Caterina che prova a differenziarsi in quanto unico non-vicerettore del precedente mandato di Geuna. "Questo è stato uno dei periodi più negativi e i sei anni più deludenti che io abbia vissuto - ha detto - e come elettore farei fatica a scegliere qualcuno che ha fatto parte del precedente governo".
"Ho fatto esperienza di quello che non ha funzionato - ha risposto Prandi - la mia candidatura nasce dall'esperienza di vicerettrice. Questa mia candidatura parte da quello che non ha funzionato".
Anche Scomparin ha voluto sottolineare come la sua appartenenza al precedente mandato non sia da vedere come negativa ma come fonte di esperienza. "La mia esperienza per me è un bagaglio prezioso - ha concluso - non avrei pensato di candidarmi senza aver fatto prima altri ruoli. Non rappresento un'area e nemmeno il mio dipartimento, ho gestito una piccola parte di PNRR e su 15 posizioni ho scelto 12 dipartimenti diversi".