Scegliere uno psicologo non è solo una questione tecnica. Non si tratta solo di titoli, scuole di pensiero o curriculum. La vera domanda è: “Mi sento capito?”
Trovare lo psicologo giusto significa trovare una persona con cui si può costruire un dialogo sincero, in uno spazio protetto, senza giudizi.
Quindi come scegliere lo psicologo? Vediamolo in questo articolo.
Non esiste un terapeuta giusto per tutti
Ogni persona ha esigenze diverse. C’è chi cerca ascolto, chi cerca strumenti pratici, chi ha bisogno di raccontare la propria storia con calma. Per questo, la scelta dello psicologo deve partire da te:
- Cosa ti spinge a chiedere aiuto?
- Hai bisogno di supporto per un momento specifico?
- Vuoi iniziare un lavoro su te stesso nel tempo?
Quando hai chiaro cosa cerchi, è più facile capire chi può accompagnarti davvero.
Primo passo: capire il tipo di professionista
In Italia ci sono tre figure principali:
- Lo psicologo: ha una laurea in psicologia, è iscritto all’Albo e può offrire supporto, ascolto e consulenza.
- Lo psicoterapeuta: è uno psicologo (o medico) che ha fatto una scuola di specializzazione in psicoterapia.
- Lo psichiatra: è un medico che può prescrivere farmaci. Può anche fare psicoterapia se ha la formazione.
Per un percorso psicologico personale, lo psicoterapeuta è spesso la figura più adatta. Ma anche uno psicologo può essere il punto di partenza corretto, soprattutto se non sai ancora cosa aspettarti.
Secondo passo: informarsi sull’approccio
Esistono diversi approcci terapeutici. Alcuni psicologi lavorano sul presente e su ciò che è pratico, altri danno spazio alla storia personale e alle dinamiche profonde.
Ecco alcuni esempi:
- Cognitivo-comportamentale: lavora su pensieri e comportamenti. È molto usato per ansia, attacchi di panico, ossessioni.
- Psicodinamico: esplora la storia personale, i legami affettivi e l’inconscio.
- Sistemico-relazionale: guarda alla persona nelle sue relazioni (famiglia, coppia, lavoro).
- Umanistico: punta sulla crescita personale, sull’autenticità e sull’esperienza emotiva.
Non serve conoscere tutto nei dettagli. Ma può aiutare leggere come lavora un professionista prima di contattarlo.
Terzo passo: ascoltare le sensazioni
Il colloquio iniziale è fondamentale. Non deve convincerti, deve farti sentire a tuo agio.
Fai attenzione a queste domande:
- Riesci a parlare con naturalezza?
- Ti senti ascoltato senza fretta?
- Hai la sensazione che ci sia attenzione sincera?
La relazione è la base del lavoro terapeutico. Se non ti senti capito, è lecito cercare un altro professionista.
Infine: pratica, costi e continuità
Chiedi informazioni pratiche:
- Frequenza degli incontri
- Durata delle sedute
- Possibilità di fare terapia online
- Costo (e se ci sono agevolazioni)
Tutti questi dettagli aiutano a capire se la terapia si può integrare nella tua vita quotidiana.
Conclusione
Scegliere uno psicologo non è questione di fortuna. È una decisione personale, basata su ascolto, sensazioni e bisogni reali.
Con il tempo, il dialogo cresce. La fiducia si costruisce. E il percorso, passo dopo passo, diventa uno spazio sicuro in cui puoi iniziare a stare meglio.
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