Ieri pomeriggio il Consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle, la Segretaria provinciale dei Giovani Democratici Sveva Sapino e il Segretario cittadino GD Federico Raia hanno effettuato una visita ispettiva al Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di corso Brunelleschi, accompagnati dalla Prefettura e dalla vicedirettrice della struttura.
Durante la visita sono state esaminate le tre aree destinate agli “ospiti”: attualmente solo una è in uso, mentre le altre due risultano inagibili a seguito di rivolte interne, l’ultima avvenuta circa un mese fa. Secondo quanto riferito dalla direzione, all’interno della struttura sono presenti oggi 30 persone.
“Le persone detenute al CPR – sottolineano Valle, Sapino e Raia – non stanno scontando una pena per un reato: si tratta di uomini che hanno già pagato il loro debito con la giustizia, la cui unica “colpa” è non essere in possesso di un permesso di soggiorno valido. La detenzione nei CPR è una misura amministrativa, prevista dall’articolo 14 del Testo Unico sull’Immigrazione (D.lgs. 286/1998), che può durare fino a 18 mesi. Ma troppo spesso diventa una condanna senza processo, in una zona grigia del diritto e della dignità umana”.
Le condizioni riscontrate all’interno del centro destano profonda preoccupazione. Ogni stanza ospita fino a sei persone. Sebbene sia prevista la disponibilità di un telefono cellulare per comunicare con l’esterno e con i propri avvocati, questo strumento resta in condivisione fra più ospiti, con limiti alla privacy e alla funzionalità. Nei bagni si lamentano guasti per l’acqua calda e le separazioni sono inadeguate, con conseguente violazione della riservatezza. All’esterno della struttura sono stati notati alcuni materassi, che fanno temere situazioni di sovraffollamento.
“Stiamo parlando di persone che avevano una vita: un lavoro, una casa, affetti. Oggi si ritrovano recluse, senza sapere per quanto tempo, senza sapere se e quando saranno rimpatriate, senza prospettive chiare. Questo senso di sospensione, di incertezza assoluta, è devastante dal punto di vista psicologico. A nulla vale la presenza, peraltro importante, di mediatori, psicologi e psichiatri, se il contesto stesso è strutturalmente lesivo della salute mentale” aggiungono gli esponenti Pd.
Valle, Sapino e Raia denunciano con forza l’inefficacia e l’iniquità di questo modello: “I CPR sono luoghi in cui si consumano quotidianamente abusi e violazioni dei diritti fondamentali. La detenzione amministrativa non produce sicurezza, non favorisce l’integrazione, non risolve i problemi legati all’immigrazione irregolare. Serve, invece, un cambiamento radicale, che metta al centro i diritti umani e costruisca percorsi di regolarizzazione e inclusione, non di reclusione.”
“L’Italia deve superare il modello dei CPR – concludono gli esponenti dem – e abbandonare una logica che tratta la migrazione come una colpa e la permanenza come una punizione. Servono politiche nuove, coraggiose, che sappiano distinguere tra legalità e disumanità.”