Attualità - 29 maggio 2025, 08:50

Ex-Bonafous, addio alle rovine: in arrivo un datacenter green

Un’assemblea pubblica ha svelato i dettagli del progetto di riqualificazione: meno cemento, più verde

Novità in vista per l'area ex Bonafous

Novità in vista per l'area ex Bonafous

Meno cemento, più verde, impatto energetico sotto controllo e 200 nuovi posti di lavoro. E’ il progetto datacenter green, chiamato a rilanciare le vecchie aree industriali di corso Regina Margherita e via Pianezza. Oggetto di un’assemblea pubblica organizzata dal circolo Legambiente “L’Aquilone”, intitolata: “Cosa succede e cosa succederà nelle aree ex-Bonafous”. Incontro che si è tenuto presso il salone della chiesa Frassati di via Pietro Cossa 280. Un’occasione importante di confronto tra cittadini, tecnici e rappresentanti istituzionali, che ha visto la partecipazione di Agostino Re Rebaudengo, presidente di Asja Ambiente, la società che nel 2024 ha acquisito l’area ex-industriale da Cdp.

Il progetto

Dopo l’introduzione del presidente e dei tecnici del circolo, Re Rebaudengo ha illustrato lo stato dell’arte del cantiere e il progetto che trasformerà i 90mila metri quadrati dell’ex stabilimento siderurgico in un moderno datacenter, ponendo l’accento sulla trasparenza e sulla volontà dell’azienda di dialogare con il territorio.

A che punto siamo

L’intervento sull’area (che confina con la Thyssen) è partito negli ultimi mesi del 2024 con una prima fase di bonifica dall’amianto e la successiva demolizione totale del complesso industriale, che si concluderà entro giugno 2025. Parallelamente, Asja sta portando avanti l’iter per l’approvazione del piano di bonifica permanente, atteso anch’esso per fine giugno. Il nuovo edificio coprirà il 45% dell’area precedentemente occupata, con un’altezza di circa 20 metri, contro i 27 dell’impianto dismesso. La restante parte sarà destinata a servizi e spazi verdi.

Tecnologia, energia e lavoro

Il progetto non si limita alla costruzione: una parte fondamentale dell’incontro ha riguardato l’impatto energetico del futuro datacenter. Secondo quanto illustrato da Asja, i consumi saranno inferiori rispetto all’ex acciaieria e si sta studiando come recuperare il calore prodotto, collaborando con la vicina centrale Iren per immetterlo nella rete del teleriscaldamento. Sul piano occupazionale, si prevede l’impiego diretto di circa 200 tecnici specializzati, oltre al personale dei servizi connessi (sicurezza, pulizie, manutenzione). “Una boccata d’ossigeno per il quartiere, anche in termini di indotto” ha precisato il presidente del circolo L’Aquilone, Armando Monticone, che ha sottolineato l’importanza di questo tipo di occasioni di confronto diretto con i cittadini, ricordando come spesso “siano le aziende private a farsi carico del dialogo con la popolazione, mentre le istituzioni pubbliche latitano su questo fronte”.

Philippe Versienti

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