Chi l’ha detto che progetto scolastico sia sinonimo di noia e che quello che s’impara in classe sia destinato a rimanere qualcosa di separato dalla realtà? A fare esperienza di quanto tutto ciò possa essere falso sono stati i ragazzi che hanno preso parte all’iniziativa “Insieme facciamo la differenza” che ha visto la partecipazione di una decina di scuole secondarie di secondo grado della città Metropolitana di Torino. (Istituto tecnico industriale Avogadro, Liceo Scientifico Volta, Istituto di Istruzione Superiore G. Giolitti, Istituto di Istruzione Superiore Marie Curie, Istituto Professionale Colombatto, Convitto nazionale Umberto I, Istituto di Istruzione Superiore specializzato per sordi Magarotto, Istruzione Superiore specializzato per sordi Birago, Liceo Scientifico Galileo Ferraris).
Scuola e formazione
Quando il mondo della scuola incontra quello dell’informazione e le organizzazioni che lavorano sul territorio, infatti il coinvolgimento è assicurato. E’ quanto è emerso dall’evento conclusivo del progetto “Insieme facciamo la differenza” che si è tenuto nell’Auditorium di Intesa Sanpaolo” e che ha visto la partecipazione di più di 250 studenti in rappresentanza di tutti quelli che hanno realmente partecipato all’iniziativa.
I ragazzi, che durante questo anno scolastico sono stati supportati da un ricco team di esperti, hanno condiviso la loro esperienza ed i video che hanno preso forma tra le aule scolastiche e gli spazi delle associazioni che hanno incontrato ed imparato a conoscere.
Il progetto, che nasce dalla sinergia tra l’Osservatorio Permanente Giovani - Editori che lo ha promosso, la Fondazione Compagnia di San Paolo e l’Associazione Yepp Italia, ha avuto come obiettivo quello di stimolare la sensibilità degli studenti verso il rispetto dei diritti umani, che è alla base della democrazia. Si è trattato di un’esperienza estremamente coinvolgente capace di superare il naturale scetticismo di molti di loro, che come hanno raccontato negli interventi si aspettavano di essere coinvolti in un semplice progetto scolastico. Sin dall’inizio dei lavori invece è subito stato evidente che la richiesta che veniva fatta loro andava ben oltre uno scambio di nozioni ed informazioni. I ragazzi infatti, grazie all’esperienza della giornalista e formatrice dell'Osservatorio Gabriela Jacomella e del teem di Yepp, coordinato da Ortensia Romano, hanno sperimentato dal vivo cosa voglia dire cittadinanza attiva, imparando a leggere in modo critico i giornali e comprendendo come dietro pregiudizi, slogan, luoghi comuni, numeri e statistiche ci siano in realtà persone con le loro storie, il loro sogni, le sfide e le sofferenze affrontate.
Migrazioni, lavoro, sport....
Il tema su cui gli studenti si sono messi in gioco è stato quello delle migrazioni, connesso ad ambiti come lavoro, sport, crisi climatica, per citarne solo alcuni. Il percorso è iniziato nelle aule dove i ragazzi, supportati dal Gabriella Jacomella si sono cimentati in una sorta di rassegna stampa, grazie ai quotidiani messi gratuitamente a disposizione dall’Osservatorio (Corriere della Sera, La Stampa, la Repubblica, Il Sole 24 Ore e alcuni giornali internazionali).
A questo primo step è seguito un ciclo di 4 incontri condotto dagli esperti di Yepp Italia, Emanuele Franzoso, Giulia Guarnaccia, Vincenzo Perrotta e Kristian Caiazza, durante il quale si è riflettuto sulle motivazioni per cui le persone si spostano oggi, sull’incontro con nuove culture e sull’accoglienza, sugli stereotipi, sul peso e sul ruolo dei cittadini non italiani nella società e sull’apporto delle nuove generazioni. Infine, ogni classe è stata abbinata ad un’associazione, attiva sul territorio di Torino, ed ha potuto realmente incontrare persone con background migratorio, volontari ed operatori sociali, imparando così a non fermarsi all’apparenza delle cose, ma a scendere in profondità, a farsi una propria idea, a costruirsi un punto di vista autonomo, critico. Tale processo di consapevolezza è pasato però attraverso il gioco, lo sport, oltre che con il dialogo e per alcune classi anche attraveso semplici gesti come cucinare e mangiare insieme. In questo modo così intimo e familiare, le storie dei migranti che gli studenti hanno incontrato sono entrate loro nel cuore, come hanno sottolineato nel loro intervento Matteo e Tommaso del Liceo Volta “ci siamo sentiti anche noi parte di una famiglia”.
Gli interventi
La mattinata, moderata e condotta da Luigi Casillo (Giornalista, Sky TG24), si è aperta con gli interventi dei rappresentati delle tre organizzazioni che hanno dato vita a questo importante progetto. Ha così fatto gli onori di casa Claudia Mandrile (Responsabile Missione Educare, Obiettivo Persone, Fondazione Compagnia di San Paolo) che ha sottolineto l’importanza di “stimolare una riflessione collettiva che valorizzi il pluralismo e il dialogo interculturale”. Ha preso poi la parola Pierfrancesco Salvetti (Chief External Relations, Osservatorio Permanente Giovani-Editori), facendo notare che il percorso fatto dai ragazzi contribuisce realmente alla crescita di “una società multiculturale nei fatti con cittadini consapevoli, responsabili, attivi e solidali".
Mentre Angela Lostia (Presidente associazione Yepp Italia) ha posto l’accento sull’impegno che può scaturire da una tale esperienza, sottolineando quanto i giovani abbiano “voglia e bisogno di essere accompagnati ad una comprensione più completa dei fenomeni della società”. “Uscire dalla scuola - ha continuato - ed andare a toccare con mano le realtà, i luoghi e i contesti delle associazioni non solo li ha resi più consapevoli di ciò che esiste nella città, ma anche ha reso evidente la possibilità che un giovane ha di attivarsi in prima persona”.
A fine mattinata i partecipanti hanno avuto la possibilità di dialogare, anche con una giornalista, inviata di guerra, Veronica Fernandes della redazione Esteri di RaiNews2, che ha raccontato la sua esperienza di giornalista con background personale di seconda generazione. La giornalista ha poi mostrato dei servizi su Messico e Gaza e ha risposto alle domande che i ragazzi le hanno rivolto, offrendo loro un chiaro esempio di come la realtà dei nostri giorni, sebbene tanto complessa possa essere interpretata e raccontata.