È definitiva la sentenza del Tribunale Civile di Roma che ha condannato il Ministero della Difesa per la morte di un motorista navale della Marina Militare, Michele Cannavò, per mesotelioma pleurico. L’amianto continua a mietere vittime tra le file delle Forze Armate Italiane. Il militare era venuto a mancare nel 2019, ma solo dopo sei anni è giunta la condanna definitiva nei confronti del Ministero della Difesa.
Il servizio militare di Michele Cannavò
Cannavò Michele, di origini catanesi, ha prestato servizio in Marina Militare dal 1972 al 2006, per assolvere gli obblighi di leva, con il grado di Sergente motorista navale, imbarcato su diverse unità navali di vecchia generazione, come la Nave Albatros e MOC 1201. Non solo, il militare aveva anche prestato servizio nella base di Messina e poi, come dipendente civile, presso l’Arsenale Militare di Augusta, e ancora dal 2003 nella funzione di operatore tecnico specializzato di laboratorio fino al suo pensionamento nel 2006.
Durante il suo servizio in Marina Militare, Michele Cannavò è stato inevitabilmente esposto ad amianto in modo diretto, indiretto e per contaminazione ambientale, sia a terra nelle basi arsenalizie, che a bordo delle unità navali. L’asbesto, infatti, era stato utilizzato senza cautele nelle navi di vecchia generazione, anche negli alloggiamenti, così come nelle basi a terra. L’esposizione cancerogena ha determinato la diagnosi di mesotelioma pleurico nel 2019 del motorista navale e lo ha sottratto alla vita in meno di due mesi.
Il Cannavò Michele per 34 anni di servizio ha respirato fibre e polveri d’amianto, 24 ore al giorno. Infatti, le fibre di amianto erano presenti nei locali motori, nei corridoi, nei rivestimenti delle condotte di scarico e negli ambienti di vita creando un ambiente estremamente pericoloso per la salute. Tra l’altro, nonostante fosse ben nota da tempo la pericolosità della fibra killer, il militare non era dotato di strumenti di protezione individuale e nemmeno di informazione e formazione rispetto a tale rischio cancerogeno.
La vicenda giudiziaria
Ancor prima di presentare ricorso con l’ausilio dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS, i familiari di Cannavò Michele hanno chiesto all’INAIL il riconoscimento di malattia professionale. La richiesta è stata prontamente accettata, con il conseguente rilascio del certificato di esposizione ad amianto, per il periodo in cui era dipendente civile del Ministero della Difesa, cui si aggiunge il primo periodo in cui era militare di leva. La famiglia ha così deciso di chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti dal loro congiunto, dalla malattia alla morte, al Ministero della Difesa. Il Tribunale Civile di Roma ha così accolto le richieste degli eredi di Cannavò Michele per un risarcimento pari a 400mila euro.
“Finalmente giustizia per i familiari di Cannavò Michele, che si sono visti privati del loro familiari a meno di due mesi dalla diagnosi della malattia. Il risarcimento non restituirà la vita al militare né lo restituirà ai loro familiari, tuttavia questa ennesima condanna del Ministero della Difesa consentirà di portare avanti il programma di tutela delle vittime e di imporre una definitiva bonifica di amianto, sia degli Arsenali che delle Navi della Marina Militare”, ha dichiarato l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e legale dei familiari.
L’ONA continua a tutelare i militari vittime dell’amianto e dell’uranio
La missione dell’Osservatorio Nazionale Amianto - ONA APS continua non solo contro l’amianto, ma anche contro tutti gli altri cancerogeni potenzialmente pericolosi per la salute umana, sottolineando l’importanza della prevenzione e sicurezza sul lavoro, nel settore pubblico e privato. L’emergenza amianto, infatti, permane soprattutto nel settore delle Forze Armate, che si aggiunge a quella relativa all’uranio impoverito. Nel comparto della difesa italiana si è sviluppata una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate, a cause delle esposizioni cancerogene avvenute anche durante le missioni di pace, specialmente nei territori balcanici. Proprio in forza di questo terribile bilancio, che risulta essenziale la missione portata avanti dall’ONA, sotto la guida dell’Avv. Ezio Bonanni, in sinergia anche con l’Osservatorio Vittime del Dovere, guidato sempre dal legale pioniere dell’amianto.
L’ONA negli anni ha costituito un team che promuove un approccio interdisciplinare, grazie alla collaborazione di medici legali, criminologi, tecnici, al fine di supportare l’azione legale di tutela per tutte le vittime e i loro familiari. Queste vittime hanno diritto al riconoscimento della causa di servizio e al risarcimento danni, come pure al riconoscimento dello status di vittima del dovere.
L’Osservatorio Nazionale Amianto fornisce consulenza medica e legale attraverso il numero verde 800 034 294.