Videogallery - 28 giugno 2025, 14:31

Fine vita e cure palliative: in mezzo al nuovo dibattito, a Torino c'è una Fondazione che da 42 anni aiuta malati e familiari terminali [VIDEO]

È la Fondazione Faro, che dal 1983 migliora la vita di malati oncologici ma anche di Sla, Parkinson, Alzheimer. Al Podcast a Domicilio il direttore generale Luigi Stella ha raccontato come aiutano gli oltre 2200 assistiti

Il direttore generale Luigi Stella

Il direttore generale Luigi Stella

Mentre le cure palliative entrano nel dibattito nazionale per la nuova legge sul fine vita, a Torino c'è una fondazione che se ne occupa da più di 40 anni. È la Fondazione FARO, nata come Fondazione Assistenza e Ricerca Oncologica ma che ha poi esteso il suo operato sull'assistenza alle persone in stato di malattia avanzata e le loro famiglie, per dare loro sollievo e sostegno gratuitamente grazie alle donazioni e alle convenzioni con le ASL. Al "Podcast a Domicilio" il direttore generale Luigi Stella ha raccontato le oltre 108 mila giornate di assistenza, i 1560 pazienti assistiti a domicilio e i 685 assistiti presso gli hospice nel 2024, che portano a un risparmio per il sistema sanitario nazionale di 12 milioni e mezzo di euro.

"Le cure palliative non si occupano solo del paziente ma anche della famiglia": è questo che caratterizza questa branca della medicina secondo Stella. La Fondazione FARO offre ai parenti anche servizi di psicologia sociale e supporto al lutto, non più solo ai malati oncologici ma anche di Sla, Parkinson, Alzheimer e l'obiettivo è arrivare il prima possibile. "Abbiamo dimesso dall'hospice un numero maggiore di persone superiore alla somma degli ultimi 5 anni" ha spiegato.

Non puntano a guarire il malato, ma a farlo stare meglio nei momenti più duri della malattia, come le crisi o la parte terminale della vita. Fisioterapia e psicologia sono fondamentali, oltre ovviamente alle medicine necessarie ad alleviare i sintomi, e l'approccio che mette in campo la Fondazione FARO è di preferire, laddove possibile, la cura a domicilio, per non spostare i malati dai loro rifugi e dalla vicinanza degli affetti.

Un percorso di cure palliative sembra essere stato indicato nella bozza della nuova legge sul fine vita come passaggio obbligatorio per chi chiede di accedervi. Con due sentenze la Corte Costituzionale aveva precedentemente stabilito che il suicidio assistito è ammissibile quando sussistono determinate condizioni: la patologia è irreversibile, la persona soffre in modo che giudica intollerabile, dipende da trattamenti di sostegno vitale, e ha la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli. La politica nazionale fino a ora non si era mai interessata del problema, nonostante il parere favorevole della maggior parte della popolazione, e alcune regioni come la Toscana hanno provato a legiferare in assenza di intervento dello Stato. Negli ultimi giorni, le cure palliative sono diventate argomento di discussione proprio per la loro presenza nella bozza della legge.

"Le cure palliative non sono il suicidio assistito né l'accanimento terapeutico, ma l'accompagnare il naturale decorso della malattia controllando i sintomi e avendo un percorso di relazione con le cure - ha spiegato Stella -. Portano a vivere le fasi finali con dignità". E sul fine vita avverte di non cadere nella trappola dei discorsi da bar: "Vedo la difficoltà di parlare di temi così importanti, è facile dividersi in fazioni, in bianco e nero. Le cure palliative sono una delle risposte a questo percorso di fine vita. È una delle opzioni sul tavolo ma non è l'alternativa al suicidio assistito, non vanno viste in contrapposizione".

Segui questa e le altre interviste sul canale DixTV:

https://www.youtube.com/playlist?list=PLP7DDPfLmXKRtkxI4VyoRMf4fG2xUAkB9

Francesco Capuano

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