Politica - 15 luglio 2025, 16:17

Duecento chilometri per una visita medica: la Regione pensa a un "taxi sanitario" per chi si deve spostare

Critico Calderoni (Pd): " La Regione introduca un criterio di prossimità territoriale". Contro la carenza di medici in montagna Riboldi apre all'Aggregazione Funzionale Territoriale

Il governatore Alberto Cirio e l'assessore Federico Riboldi

Il governatore Alberto Cirio e l'assessore Federico Riboldi

Duecento chilometri per una visita medica. E' questa la situazione surreale davanti a cui si è trovato un paziente residente a Mondovì nel Cuneese, a cui è stato indicato come sede più vicina per l'esame specialistico Domodossola, ad oltre tre ore di viaggio.

Calderoni: "Così si spingono i pazienti verso il privato"

A denunciare l'episodio a Palazzo Lascaris l'esponente del Pd Mauro Calderoni, che parla di "situazioni non isolate, che  colpiscono in particolare le persone più fragili e rischiano di spingere verso il privato chi non può affrontare viaggi estenuanti".

Taxi sanitario

Episodi, ha replicato l'assessore regionale Federico Riboldi, che si possono "verificare per motivi del tutela clinica del paziente".  Ma l'esponente della giunta ha annunciato che l'assessorato sta studiando un servizio di “trasporto sanitario semplice”. Una sorta di taxi sanitario per chi deve spostarsi troppo e non ha necessità mediche durante il trasferimento, da attivarsi su richiesta del paziente. 

Un’idea ancora in fase di studio che, per Calderoni "non risolve il problema di fondo: non si può considerare disponibile una prestazione sanitaria se richiede al cittadino di attraversare mezza regione"

"Chiediamo che la Regione introduca un criterio di prossimità territoriale chiaro, fissando un limite ragionevole di distanza — 50 o 80 chilometri al massimo — oltre il quale la prestazione deve essere garantita con altri strumenti, coinvolgendo anche il privato accreditato locale" conclude l'esponente dem.

Montagna senza medici

Ma non è l'unica novità su cui si lavora al Grattacielo. Vernante, piccolo paese sulle montagne della Granda, fa il conto così come altre realtà montane con l'assenza di medici di base che mette a rischio la salute delle comunità locali. Una risposta alla carenza di dottori potrà arrivare, come ha chiarito Riboldi, dalla creazione ed avvio dell'Aggregazione Funzionale Territoriale.

Ovvero gruppi di medici coordinati tra di loro ed in stretto collegamento con le Case di Comunità del territorio, per garantire assistenza sanitaria di base ai cittadini 7 giorni su 7. "Le AFT -ha replicato la consigliera regionale di Alleanza Verdi Sinistra - non bastano: in montagna servono presìdi stabili e prossimità reale". 

"Senza strumenti per garantire la presenza dei medici nei piccoli Comuni, - ha aggiunto - il rischio è l’abbandono della montagna. Serve un piano urgente, con incentivi mirati e una sanità che parta dai territori".

Via libera alla legge sull’intramoenia

Sempre in tema sanitario oggi il Consiglio Regionale ha dato il via libera alla legge che consentirà di uniformare l’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria sul territorio regionale, presentata da Luigi Icardi (Lega). L'obiettivo è mettere delle regole chiare e omogenee in Piemonte per la libera professione dei medici all’interno del Servizio Sanitario Regionale, "per garantire risposte adeguate ai bisogno di salute, ribadendo comunque il primato dell’attività istituzionale e dei Lea” ha concluso l'esponente del Carroccio.

"Oggi l’intramoenia -ha replicato il consigliere del Pd Daniele Valle - ha assunto altre dimensioni e questa legge mette in capo al Consiglio la potestà di emanare un regolamento quadro che ne disciplina l’esercizio fissando paletti omogenei per tutto il Piemonte”. 

Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Consiglio adotterà le linee guida e lo schema di regolamento tipo per lo svolgimento dell’Alpi, che i direttore generali delle aziende sanitarie saranno tenuti a rispettare nei singoli regolamenti aziendali, pena una decurtazione del 70 per cento della retribuzione di risultato e la possibilità per la Regione di esercitare il potere sostitutivo nei loro confronti, anche con nomina di un commissario ad acta.  

Sono molto contento della legge sull’intramoenia approvata oggi dal Consiglio Regionale perché rafforza la sanità pubblica, evitando che la libera professione diventi un canale preferenziale esclusivamente per chi ha le possibilità economiche di ingresso e mette al centro i professionisti che operano negli ospedali pubblici", ha sottolineato l'assessore Riboldi. "La nuova legge introduce un principio di equità tra cittadini e territori, evitando che l'accesso alla libera professione dipenda dalla collocazione geografica o dalla possibilità economica, e al tempo stesso riconosce il valore dei professionisti che scelgono di rimanere nel pubblico, offrendo loro la possibilità di integrare il reddito, in un quadro di regole certe e trasparenti".

Cinzia Gatti

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