Economia e lavoro - 22 luglio 2025, 09:55

Amianto nell’Esercito Italiano: ottenuto l’adeguamento dell’assegno vitalizio per una vittima del dovere

Amianto nell’Esercito Italiano: ottenuto l’adeguamento dell’assegno vitalizio per una vittima del dovere

Dopo una lunga battaglia legale durata oltre un decennio, il Graduato Aiutante G.S., militare dell’Esercito Italiano, ha ottenuto giustizia. Il Ministero della Difesa dovrà adeguare il suo assegno vitalizio mensile da 258,23 euro a 500 euro, riconoscendogli finalmente quanto spettante per legge come vittima del dovere.

L’episodio che ha segnato la vita del militare risale al 2009, quando, durante un’esercitazione al Reggimento “Verona”, G.S. fu vittima di un grave incidente: un’esplosione gli causò la perdita di parte delle dita della mano sinistra e profonde lesioni ossee, tendinee e vascolari. Nonostante l’invalidità accertata al 35% dal Dipartimento di Medicina Legale di Padova, il Ministero si era limitato ad attribuirgli un assegno vitalizio ridotto, benché il suo status fosse stato formalmente riconosciuto come “equiparato a vittima del dovere”.

Una vita tra missioni e pericoli

Originario della Calabria, G.S. si era trasferito a Verona per motivi di carriera. Aveva prestato servizio in teatri operativi internazionali ad alto rischio come Afghanistan, Iraq e Libano, esponendosi a sostanze tossiche come amianto, uranio impoverito e radiazioni. Un impegno estremo, pagato a caro prezzo: a soli 30 anni, era già una vittima del dovere.

Il verdetto dopo anni di contenzioso

Il Ministero della Difesa ha continuato per anni a negare l’adeguamento dell’assegno, ignorando perfino la storica sentenza n. 7761/2017 delle Sezioni Unite della Cassazione, che stabilisce l’equiparazione tra le vittime del dovere e quelle del terrorismo, anche sul piano economico.

Grazie alla determinazione del legale del militare, l’Avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA APS), il caso ha finalmente trovato una svolta:

Dopo anni di lotta giudiziaria, G.S. ha ottenuto quanto gli spettava di diritto. Il Ministero dovrà ora adeguare l’importo mensile dell’assegno a 500 euro e versare anche tutti gli arretrati. L’Avvocatura dello Stato deve cessare ogni ostilità nei confronti dei militari che servono il Paese con sacrificio e coraggio”, ha dichiarato l’Avv. Bonanni.

L’ONA: al fianco delle vittime del dovere

Il caso di G.S. è solo uno dei tanti che l’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS affronta quotidianamente. L’associazione è da anni impegnata nella tutela delle vittime dell’amianto e di altri agenti cancerogeni, sia nel settore pubblico che in quello privato, con un’attenzione particolare al personale delle Forze Armate.

L’emergenza legata all’amianto e all’uranio impoverito continua a colpire numerosi militari italiani impiegati in missioni internazionali, in particolare nei Balcani. Molti di loro hanno contratto patologie gravi, spesso senza adeguato riconoscimento o tutela. Per questo l’ONA rinnova l’appello alla bonifica dei siti contaminati e all’attivazione di programmi di sorveglianza sanitaria e diagnosi precoce.

Una battaglia per la salute e i diritti

L’impegno dell’ONA prosegue su più fronti: tutela legale, consulenza medica, sostegno psicologico e promozione dei diritti fondamentali. Con il supporto del presidente Bonanni e di un team multidisciplinare, l’associazione fornisce assistenza gratuita attraverso il numero verde 800 034 294.

L’auspicio è che il caso del Graduato Aiutante G.S. rappresenti un precedente positivo per tutti i militari vittime del dovere, affinché non siano più costretti a lunghe e dolorose battaglie legali per vedere riconosciuto il loro sacrificio. Perché chi ha servito lo Stato con onore merita rispetto, protezione e giustizia.

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