A Torino nord, tra Barriera di Milano, Rebaudengo, Falchera e Regio Parco, i contenitori per la raccolta degli abiti usati e le nuove ecoisole si stanno trasformando in vere e proprie calamite per i guai. Invece di rappresentare un servizio utile per il quartiere, sono diventati attrazione per degrado, bivacchi e microcriminalità.
In alcuni casi, come denunciato da alcuni residenti alle forze politiche della Circoscrizione 6, i cassonetti vengono utilizzati come nascondigli per merce illegale o trasformati in discariche a cielo aperto, con rifiuti abbandonati alla base e una situazione igienica fuori controllo. Particolarmente delicata è la questione dei contenitori per gli indumenti di seconda mano: a rovistarci dentro, in più di un’occasione, sarebbero stati anche dei minori.
Il caso di piazza Sofia
Un esempio emblematico è quello del cassonetto di piazza Sofia, da tempo oggetto di continui atti vandalici. Era regolarmente forzato, svuotato e usato come punto di raccolta di materiali estranei. Oggi è stato rimosso dalla coordinatrice al Verde della Circoscrizione 6, Giulia Zaccaro, proprio a seguito delle numerose segnalazioni dei residenti.
Situazione analoga anche per le nuove ecoisole, installate in diversi punti della città come soluzione per una raccolta differenziata più efficiente, ma finite invece al centro di polemiche. A denunciarne lo stato di abbandono è stato un sopralluogo effettuato in via Porpora dal presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, insieme al personale Amiat, dopo che diversi abitanti avevano lamentato condizioni di incuria e sporcizia.
"Come Circoscrizione 6 stiamo ricevendo numerose segnalazioni sulle nuove ecoisole di Regio Parco, Rebaudengo e Falchera - ha spiegato il presidente Lomanto -. Il nostro ruolo è quello di raccogliere le lamentele dei cittadini e portarle ad Amiat, ma anche di individuare soluzioni pratiche nel corso dei sopralluoghi. In passato avevamo già spostato oltre 70 isole ecologiche nella zona di Barriera di Milano, proprio per rispondere alle richieste dei residenti. Vogliamo continuare a essere un punto d’ascolto attivo per ridurre l’impatto di questi impianti sulla quotidianità dei quartieri".
Critica la posizione della coordinatrice al Verde, che punta il dito contro la gestione attuale dei contenitori per gli abiti usati. "Questi cassonetti creano problemi in tutta la città - ha sottolineato Zaccaro - Amiat ha ricevuto l’indicazione di lasciarli in strada, ma così facendo si favorisce l’accumulo di vestiti abbandonati da ignoti, tra cui anche rom che inseriscono addirittura i minori all’interno per rovistare".
La soluzione da mettere in campo
"La proposta è semplice: non lasciarli più per strada. Così si compromette la finalità del servizio. Dobbiamo invece spostarli all’interno degli ecocentri o posizionarli vicino a palazzi istituzionali. Inoltre, bisognerà promuovere l’iniziativa spiegando che, se si vuole donare abbigliamento per i più bisognosi, sarà necessario farlo in luoghi appositi", ha concluso Zaccaro.