Cronaca - 24 luglio 2025, 14:54

Strage di Brandizzo: chiuse le indagini dalla procura di Ivrea, 24 gli indagati

Tre le società coinvolte: Rfi, Sigifer e Clf. Nell'agosto 2023 persero la vita 5 operai

Immagine di archivio della stazione di Brandizzo

Immagine di archivio della stazione di Brandizzo

Ventiquattro indagati, tra cui 3 società, Rfi, Sigifer e Clf, per la strage di Brandizzo, costata la vita a cinque operai dipendenti della Sigifer che nella notte fra il 30 e il 31 agosto 2023, mentre si trovavano al lavoro sui binari, vennero travolti da un treno. 

Chiusa l'indagine dalla procura di Ivrea

La procura di Ivrea, titolare dell’inchiesta, ha notificato la chiusura indagini. L'ipotesi, a vario titolo, è di omicidio colposo. Quella notte sui binari morirono Giuseppe Aversa, Kevin Laganà, la più giovane delle vittime, Giuseppe Saverio Lombardo, Giuseppe Sorvillo e Michael Zanera.

Tra le persone indagate figurano Antonio Massa, in qualità di dipendente e capo tecnico di Rfi, e Andrea Girardin Gibin, capo squadra Sigifer, che secondo l’accusa, quella notte non avrebbero impedito che gli operai iniziassero i lavori all’interno dell’infrastruttura ferroviaria prima che fosse ottenuta l’interruzione della circolazione. Anche Gianpiero Strisciuglio all’epoca dei fatti ad di Rfi, e Vera Fiorani, fino al giugno 2023 ad di Rfi figurano nell’elenco delle persone a cui la procura di Ivrea ha notificato la chiusura indagini: entrambi sono chiamati in causa in qualità di datori di lavoro.

"Atto dovuto nei confronti delle famiglie"

"Attendevamo da tempo la notizia la chiusura delle indagini – ha dichiarato Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro e ci auguravamo, così come è stato, che arrivasse prima del prossimo anniversario della tragedia, che anche quest’anno commemoreremo con la ‘Settimana del Lavoro Sicuro’, insieme a Istituzioni e sindacati: era doveroso nei confronti dei familiari delle cinque vittime".

"Occorre fare chiarezza – conclude il direttore di Sicurezza e Lavoro – e intervenire sulle cause della strage: sui binari delle ferrovie italiane si è continuato a morire dopo il disastro di Brandizzo, senza che nulla sia cambiato per quanto riguarda le manutenzioni".

Il commento dei sindacati

Giorgio Airaudo, Segretario Generale CGIL Piemonte, ha dichiarato: “La procura di Ivrea, pur nelle sue dimensioni e nelle difficoltà operative dovute ai cronici problemi di organico, ha fatto un lavoro che va apprezzato. Indagare le tre società coinvolte con i loro dirigenti principali vuol dire ipotizzare che i processi decisionali dentro la catena dei subappalti non si diluiscono e hanno responsabilità su come si organizza il lavoro e su quali sono le conseguenze sulle condizioni di lavoro e di sicurezza di chi opera dentro i subappalti. La strage di quei lavoratori non va rimossa, i familiari non vanno lasciati soli e tutte le responsabilità vanno accertate perché stragi e morti sul lavoro non si ripetano”.

La caduta dell’accusa di omicidio volontario non fa venir meno la necessità di non escludere questa ipotesi di reato dalle stragi e le morti sul lavoro: questo valeva per la Thyssen un tempo, e vale oggi per Brandizzo - ha concluso Airaudo - Ribadiamo, a tal proposito, la necessità di introdurre la fattispecie giuridica che definisca il reato di omicidio sul lavoro, oltre che riprendere la proposta di una procura nazionale che affronti le indagini e i reati legati agli incidenti e alle morti sul lavoro”.

"Accogliamo con soddisfazione la notizia della chiusura delle indagini sui fatti di Brandizzo – dichiara Giuseppe Manta, segretario generale Fenealuil Piemontee siamo intenzionati a costituirci parte civile nel processo: è una vicenda incredibile, una strage inconcepibile con le tecnologie a disposizione. Chiediamo piena e rapida giustizia per i cinque operai edili travolti dal treno: è un dovere nei confronti dei familiari e nei confronti di tutti quei lavoratori che operano in condizioni in cui ancora oggi non vengono garantite salute e sicurezza".

redazione

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