Economia e lavoro - 24 luglio 2025, 11:20

Pensionati piemontesi sempre più poveri, Fipac-Confesercenti: “Negli anni un assegno da 1200 euro ha perso 70 € al mese"

Fipac-Confesercenti: “Negli anni un assegno da 1200 euro ha perso 70 euro al mese"

Immagine di archivio

Immagine di archivio

Gli oltre 1.400.000 pensionati piemontesi (come quelli del resto d’Italia) sono più poveri rispetto a quindici anni fa. Fra il 2009 e il 2025 una pensione di 1200 euro lordi, ad esempio, ha perso im media circa 70 euro al mese di potere d’acquisto, pari a 8.943 euro cumulati nel periodo. Il fenomeno si manifesta in tutte le fasce pensionistiche e, per le pensioni più basse, contribuisce a spingere sempre più persone al di sotto della soglia della povertà assoluta. Sono questi i risultati più preoccupanti che emergono da una ricerca condotta da Cer e Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo), di cui Confesercenti fa parte.

L'allarme di Fipac-Confesercenti

“Si tratta – commenta Vincenzo Guastella, presidente di Fipac-Confesercenti, la federazione dei pensionati del commercio – di dati drammatici, ma purtroppo non sorprendenti: da tempo Fipac richiama l’attenzione sul fatto che i meccanismi automatici di adeguamento delle pensioni al costo della vita sono insufficienti; senza contare il problema più generale delle pensioni troppo basse per una parte significativa di pensionati. Ora la ricerca avvalora con i numeri questi nostri allarmi, finora inascoltati dalla politica”.

Secondo il report, tra il 2009 e il 2025  le pensioni hanno registrato – in termini reali – un pesante calo del potere d’acquisto a causa dell’inflazione e dei ritardi con cui gli importi vengono adeguati all’aumento dei prezzi. Inoltre, il drenaggio fiscale ha significativamente ridotto il beneficio di tali aggiustamenti: in pratica, proprio per effetto del loro adeguamento all’inflazione molte pensioni sono transitate a una aliquota Irpef superiore e quindi hanno subìto una maggiore tassazione che – in una spirale perversa – vanifica l’aumento; prendendo ad esempio una pensione di 1.200 euro, il drenaggio fiscale ha causato una perdita di oltre 1.000 euro annui a fronte di una riduzione netta del prelievo tributario di soli 240 euro. A ciò si aggiunga che l’adeguamento annuale all’inflazione è stato totale soltanto per le pensioni medio-basse, mentrequelle medio-alte lo hanno avuto soltanto parziale. ​Nella tabella in basso, le perdite e gli effetti del drenaggio fiscale calcolati su diverse fasce di pensioni.

I ritardi nell'adeguamento all'inflazione

La ricerca mostra anche che è lo stesso meccanismo di adeguamento all’inflazione a non proteggere adeguatamente il potere d’acquisto dei pensionati. Tale meccanismo, infatti, si basa su un indice – il cosiddetto Foi – che sottovaluta l’incremento del costo del paniere di spesa delle famiglie più povere: secondo l’Istat, il quinto della popolazione più povera consuma un paniere di beni che fra il 2026 e il 2023 ha registrato un aumento dei prezzi di circa il 9% superiore rispetto a quello medio rilevato dal Foi; dunque, l’aggiustamento periodico basato sul Foi non è sufficiente a evitare ulteriori difficoltà alle famiglie più povere ogni volta che l’inflazione subisce una accelerazione.

Nel 2024 in Piemonte venivano erogate circa 1.401.000 pensioni: di queste, 711.000 a lavoratori dipendenti, 194.000 a lavoratori pubblici, 395.000 a lavoratori autonomi, 45.000 a lavoratori parasubordinati e 56.000 provenienti da altre gestioni.

Le richieste fatte alla politica

“È necessario – commenta Guastella – un intervento immediato. La nostra proposta è quella di un bonus Irpef per i pensionati da riservare alla fascia più colpita, quella fra i 7.800 e i 15.000 euro annui di pensione: un’erogazione di 960 euro annui che ristorerebbe, almeno in minima parte, le perdite di questi anni e ne eviterebbe di nuove. Si tratta, ovviamente, di una misura di emergenza: ci attendiamo correttivi al drenaggio fiscale e soprattutto una riforma complessiva del trattamento fiscale delle pensioni, che in questi ultimi anni ha penalizzato i pensionati anche rispetto ai lavoratori dipendenti. Questo alleggerimento delle imposte farebbe bene non solo ai diretti beneficiari: un pensionato che guadagna poco – conclude – è costretto a concentrare le sue spese su affitti, bollette e sanità e a limitare gli altri consumi, con danno per l’intera economia che ha invece bisogno di rilanciare la domanda interna”.

redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU