Temperature alte e poche piogge. Si abbassa la portata del Po dopo una primavera piuttosto piovosa che ha scongiurato, almeno per ora, il rischio siccità vista l’estate che, fin qui, non ha portato grosse precipitazioni. Condizioni, quindi, favorevoli, alla ricomparsa dell’alga verde che diventa ben visibile sul lungo fiume. Una macchia di un certo impatto per chi butta un occhio al fiume padano per antonomasia, passeggiando tra piazza Vittorio e la Gran Madre, tra i luoghi più aulici della città.
Cos'è e come è comparsa?
A differenza delle scorse estati, al momento, risulta una presenza limitata. Ma di cosa si tratta? È la Elodea nuttalli, una specie esotica invasiva, non autoctona. La pianta è inserita nell'elenco di specie non europee ed infestanti per i nostri fiumi, in quanto non ha antagonisti che ne contengano la propagazione.
Ma come ci è arrivata questa specie a pochi chilometri dalla sorgente del fiume più lungo d’Italia? Non ci sono certezze, ma sembrerebbe che la sua diffusione sia da riferirsi a un acquario domestico, con all’interno la pianta esotica, che è stato, con gesto inappropriato, versato nel Po, di fatto dando innesco all'infestazione.
Pianta ad alta proliferazione
Caratterizzata da una fortissima capacità di riproduzione per via vegetativa, l’alga è proliferata in maniera abnorme in alcuni tratti cittadini del Po (e in ampi tratti piemontesi del fiume). Come riferito dagli uffici comunali quest'anno, durante i mesi di aprile e maggio il Po è stato caratterizzato da una portata elevata e una corrente turbolenta causate dalle piogge frequenti e dallo scioglimento della neve nelle aree montane. Queste condizioni hanno ritardato la crescita delle piante acquatiche, che però ora è nuovamente riapparsa per le elevate temperature di giugno.
La città ci mette una pezza
Ma da anni la città ha messo mano a questa ‘“piaga” che, oltre a rappresentare un problema estetico, colpisce il patrimonio fluviale.
Dal 2022 la Città ha attivato un tavolo di lavoro insieme ad Enea, Arpa, GdL Specie Vegetali Esotiche Regione Piemonte, Città Metropolitana, Università di Torino, Parco del Po piemontese e Amiat, con l'obiettivo di monitorare il fenomeno e di individuare le soluzioni migliori per prevenirne e controllarne la diffusione, oltre che per esplorare le possibilità di riutilizzo della pianta invasiva anche in un'ottica di economia circolare.
L’ultimo sopralluogo, datato 10 luglio, non ha riscontrato condizioni preoccupanti da giustificare interventi di eradicazione. Ci sono punti dove la presenza dell'alga è più critica e che sono attualmente sotto controllo. Un nuovo sopralluogo si terrà nei primi giorni di agosto. Per intervenire in maniera corretta si procede con eradicazione manuale tramite sradicamento dove ci sono bancate più cospicue. Questo per evitare che la pianta si possa diffondere in altre parti del fiume, trasportata dalla corrente.